Cronaca

Asili nido, Ravenna ha le rette più basse per le fasce di reddito in maggiore difficoltà

“Con questo provvedimento rispondiamo a uno degli impegni più importanti che avevamo preso in questa consiliatura" ha detto il sindaco

Abbassare significativamente le rette di frequenza degli asili nido; accorciare le liste di attesa; rafforzare il sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai 6 anni, attraverso azioni di raccordo e continuità tra i servizi educativi e le scuole per l’infanzia. Sono i risultati che l’amministrazione comunale raggiungerà impiegando i 741.088,82 euro messi a disposizione dalla Regione attraverso il Fondo nazionale per il sistema integrato di educazione e istruzione istituito dal ministero dell’Istruzione nel 2017. La giunta ha approvato le linee di indirizzo per l’utilizzo del fondo, a partire dall’anno scolastico 2018/2019, e si appresta a sottoporle all’attenzione del consiglio comunale.

“Con questo provvedimento rispondiamo a uno degli impegni più importanti che avevamo preso in questa consiliatura nella consapevolezza che gli asili nido rappresentano uno dei servizi pubblici ed educativi più rilevanti di tutta la nostra città – commentano il sindaco Michele de Pascale e l’assessora all’Istruzione e infanzia Ouidad Bakkali - Ravenna diventa il comune capoluogo della regione con le rette più basse per le fasce di reddito in maggiore difficoltà e siamo convinti anche a livello nazionale.

Nel nostro territorio i servizi zero-tre anni e tre-sei anni sono di altissima qualità in un patto educativo tra enti pubblici e soggetti privati per garantire ai più piccoli un percorso che offra loro opportunità di formazione e crescita di grande valore, importantissime per la costruzione della personalità dei bambini e delle bambine. In particolare – continuano sindaco e assessora - l’investimento sulla fascia zero-tre anni è centrale, poiché il costo dei servizi educativi determina tre fenomeni molto preoccupanti.  Il primo incide sulla denatalità in quanto nella prima fase di vita di un bambino, il costo del nido si somma a tante altre spese che, soprattutto nel caso di giovani coppie, le quali spesso vivono la precarietà nel lavoro e guadagnano stipendi non elevati, diventa un fattore sociale che limita la libertà non permettendo di perseguire i propri desideri.

Il secondo fattore è che troppo spesso il costo del nido si ripercuote sulle scelte lavorative soprattutto delle madri – vista ancora la perdurate disparità di genere che vive la nostra società – le quali scelgono di rimanere inoccupate per i primi anni di vita dei figli poiché le spese della retta del nido molte volte non sono distanti dagli stipendi netti che ricevono, con la conseguenza che ciò ne condiziona prospettive lavorative e crescita professionale. Il terzo elemento è che anche laddove i genitori lavorino entrambi, decidere di appoggiarsi alla propria rete familiare, per quanto sia una scelta legittima, dal momento in cui non è più libera, ma obbligata, crea una disparità fra i bimbi e le bimbe che invece hanno l’opportunità di andare al nido e hanno l’occasione di confrontarsi da subito con personale qualificato come pedagogisti, insegnanti, educatori”. 

1) Le linee d’indirizzo prevedono una modifica del sistema tariffario dei nidi d’infanzia comunali, spazio bimbi e Cren,

mantenendo un sistema progressivo e personalizzato di rette; innalzando la soglia di esonero da 3.000 a 4.500 euro; introducendo una doppia articolazione delle fasce di Isee (da 4.500,01 a 30.000 euro e da 30.000,01 a 35.000 euro) che permetta una distribuzione più equa nelle fasce di reddito meno abbienti e una riduzione delle rette a carico delle famiglie; lasciando inalterate le rette per le attestazioni Isee superiori a 35.000 euro e per chi non ha l’attestazione Isee

aumentando la percentuale di sconto per la frequenza a sezioni nido part-time e riducendo la retta per lo spazio bimbi

integrando le risorse destinate ai posti convenzionati presso nidi privati, affinché anche le famiglie dei minori che accedono, attraverso le graduatorie comunali, ai posti nido riservati al Comune di Ravenna dai gestori di nidi privati, possano beneficiare delle modifiche del sistema tariffario e vedere così ridotta la retta a proprio carico.

Sarà la giunta, successivamente alla approvazione di tali linee di indirizzo da parte del consiglio, a determinare le nuove quote.

2) Ancora, le nuove linee di indirizzo sono finalizzare a ridurre le liste di attesa con interventi volti a potenziare l'offerta integrata di servizi e a sostenere il reddito delle famiglie che scelgono di frequentare strutture private autorizzate al funzionamento attraverso:

ampliamento della tipologia di servizi privati convenzionabili con il Comune di Ravenna per posti bimbo da destinare alle graduatorie comunali, estendendola, oltre ai nidi d'infanzia privati, anche ai servizi domiciliari (piccoli gruppi educativi), spazio bambini e ai servizi sperimentali (limitatamente alla fascia di età 0-3 anni) a partire dall'anno scolastico 2019/2020

consolidamento del sistema di convenzionamento dei posti riservati nei servizi educativi privati (nidi, spazio bambini, servizi domiciliari e sperimentali) portando, a partire dall'anno scolastico 2019/2020, dal 70 all’80% la percentuale del vincolo dei posti che possono essere messi a disposizione per le graduatorie comunali da parte dei gestori privati

ampliamento, già dall'anno 2018, dei posti convenzionati presso nidi privati autorizzati al funzionamento, e ampliamento dei posti nei servizi comunali a gestione esternalizzata, nell'ambito dell'appalto dei nidi comunali esternalizzati affidati al consorzio dei servizi educativi Dadonew, in considerazione dei bisogni espressi dai diversi territori

consolidamento della positiva esperienza dei voucher comunali e ampliamento, a partire dall'anno scolastico 2018/2019, della tipologia di servizi privati per la partecipazione al progetto dei voucher comunali, estendendola - oltre ai nidi d'infanzia privati, ai servizi domiciliari (piccoli gruppi educativi) e ai servizi sperimentali per la fascia di età 0-3 anni - anche ai nidi e sezioni primavera Fism
integrazione, a partire dall'anno scolastico 2018/2019, delle risorse per i voucher comunali come forma di sostegno alle famiglie per facilitare l'accessibilità economica ai servizi educativi privati (nidi, piccoli gruppi educativi, servizi sperimentali nella fascia di età 0-3 anni e nidi/sezioni primavera Fism)


riconoscimento di un contributo, da definire annualmente nell'ambito della convenzione già in essere, destinato ai servizi educativi/sezioni primavera aggregate alla scuola dell'infanzia Fism finalizzato: al sostegno dei costi gestionali in quanto i gestori stanno già aumentando l'offerta educativa ampliando la fascia d'età dei bambini accoglibili attraverso nuove autorizzazioni al funzionamento che, soprattutto nel forese, rappresentano l'unica offerta presente; al sostegno della qualificazione dei servizi 0-3 Fism mediante lo sviluppo e la realizzazione diffusa dei progetti di continuità tra la fascia 0-3 e 3-6 all'interno del sistema integrato dei servizi a gestione pubblica e privata; al sostegno dei gestori dei servizi 0-3 Fism nell'adottare adeguate politiche tariffarie in ordine al contenimento delle rette.
 

3) Infine le nuove linee di indirizzo prevedono un rafforzamento del sistema integrato di educazione e di istruzione 0 – 6 attraverso la definizione, a partire dall’anno scolastico 2018/2019, di iniziative di formazione, comunicazione e partecipazione rivolte ad insegnanti, genitori nell'ottica della comunità educante.

“Grazie al Piano nazionale per la promozione del sistema integrato di educazione e istruzione, approvato nel 2017 – conclude il sindaco de Pascale – lo  Stato per la prima volta interviene con risorse finalizzate a sostegno delle reti di servizi educativi o alla loro implementazione, laddove non siano presenti, perché sappiamo che nel paese c’è una grande disparità in questo senso.
Il Comune di Ravenna ha fatto una scelta fortemente in controtendenza, non utilizzerà queste risorse per finanziare l’offerta che già c’è ed è di gran lunga superiore a quella della maggioranza dei comuni italiani, ma impiegherà tutte queste risorse per ampliarla, e quindi aumentare il numero di bambini che usufruiranno del servizio pubblico e in convenzione o in voucher con i gestori privati, e per diminuire i costi, aumentando la soglia di esenzione per i redditi bassi e diminuendo la spesa per i redditi medi.  Andiamo estremamente orgogliosi di questo provvedimento che partirà da settembre 2018 e avrà una portata rilevantissima nella vita delle famiglie ravennati.  Il progetto è legato a un finanziamento triennale, che naturalmente auspichiamo venga riconfermato o addirittura ampliato anche successivamente, ma per quel che ci riguarda si tratta di un punto di non ritorno anche nel caso in cui questi fondi non vengano riconfermati nei prossimi anni, anzi cercheremo di fare ancora meglio in futuro”.


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