Cronaca

Lugo e Faenza, i sindacati contro lo stop ai cesarei. La Bassa Romagna: "L'Ausl ritorni sui suoi passi"

I sindaci dell'Unione dei Comuni si dicono "d'accordo con la posizione assunta da Cgil, Cisl e Uil"

Non e' possibile giustificare con l'assenza di "dotazioni tecnologiche e competenze professionali", il dirottamento da Faenza e Lugo su altri ospedali dei parti cesarei programmati e altre casistiche considerate a rischio. Cgil, Cisl e Uil della provincia di Ravenna ritengono infatti tali affermazioni da parte della dirigenza dell'Ausl Romagna "estremamente gravi". Il nuovo protocollo sull''assistenza alla nascita, tra l'altro "non condiviso da tutti gli operatori", si basa su ragioni, appunto assenza di competenze e strumenti, che "ledono la dignita'' professionale di chi opera in quelle realta' ospedaliere, inaccettabili da parte di chi ha invece il dovere e la responsabilita' di garantire ed assicurare la presenza di quei fattori".

Se fossero vere, rimarcano le parti sociali, "significherebbe che le donne di quei territori sarebbero state finora assoggettate a rischi ingiustificati, e siamo certi che non e'' cosi''". D''altronde gli ospedali di Faenza e Lugo si sono gia'' visti ridimensionare il reparto di pediatria "per supposte ragioni di sicurezza, mai riscontrate negli atti della Regione Emilia-Romagna". Per questo, "ancora una volta", Cgil, Cisl e Uil "denunciano l''adozione di atti organizzativi che predeterminano conseguenze sulla programmazione, e quindi sulla dislocazione territoriale dei servizi, in assenza di percorsi trasparenti".

Senza dimenticare che e' in corso il confronto tra i sindaci romagnoli e i sindacati sulla proposta dell'Ausl Romagna di riordino della rete ospedaliera, che "tratta la questione dei punti nascita, senza tuttavia indicare alcuna scelta in merito, se non la necessita'' di attenersi alle indicazioni regionali sull''appropriatezza". Da qui il richiamo ai primi cittadini "ad agire nei confronti dell''Azienda per ristabilire i termini di una corretta e trasparente azione di riorganizzazione dei servizi sanitari, nei limiti della programmazione di cui portano la responsabilità" (fonte Dire).

BASSA ROMAGNA - In merito a quanto comunicato dai sindacati, i sindaci dell’Unione dei Comuni si dicono "d’accordo con la posizione assunta da Cgil, Cisl e Uil nel ritenere grave e preoccupante la decisione di dirottare i parti cesarei programmati e altre casistiche considerate a rischio presso presidi ospedalieri diversi da quelli di Lugo e Faenza. Siamo inoltre molto preoccupati per l’atteggiamento assunto dalla Direzione dell’Ausl della Romagna, che non ha condiviso con i sindaci del territorio una decisione così importante: questo ovviamente ha impedito l’apertura di un tavolo di confronto e discussione.

“Auspichiamo fortemente che l'Ausl ritorni sui suoi passi - hanno aggiunto il presidente dell’Unione Luca Piovaccari e il vice presidente Davide Ranalli -, aprendo un vero dialogo con le amministrazioni locali, gli operatori e le loro rappresentanze, per ripristinare fin da subito un metodo di confronto continuo e trasparente tra tutte le parti, indispensabile per governare al meglio l'attuale passaggio relativo al riordino della rete ospedaliera”.


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