Cronaca

Il parco dedicato agli indiani d’America compie vent’anni: festa al "Sand Creek"

Sand Creek, torrente nell’odierno Stato del Colorado, è il luogo dove il 29 novembre 1864 avvenne un massacro, con la morte di circa 400 indiani, molti dei quali donne e bambini

Il parco Sand Creek dedicato agli indiani d’America compie vent’anni. La cerimonia per ricordarne l’inaugurazione si svolgerà venerdì 26 ottobre, alle 10, fra le vie Vanvitelli e Sansovino nella zona di viale Alberti; in caso di pioggia nella sala preconsiliare in municipo. La manifestazione, promossa dall’associazione il Cerchio (Coordinamento nazionale di sostegno ai/dai nativi americani), con la collaborazione e il contributo del Comune di Ravenna, rientra nel programma di Educazione alla Pace 2018 dell’assessorato alla Cooperazione internazionale.

Sarà presente, insieme alle autorità cittadine, tra cui l’assessore Gianandrea Baroncini, Nathan Lance Hart, in rappresentanza della Cheyenne & Arapaho Tribes dell’Oklahoma, di cui è direttore dei programmi di sviluppo economico. Hart è anche uno dei più affermati artisti Cheyenne. Le sue opere si possono acquistare anche presso Museo nazionale degli indiani d'America a Washington DC.

Sand Creek, torrente nell’odierno Stato del Colorado, è il luogo dove il 29 novembre 1864 avvenne un massacro, con la morte di circa 400 indiani, molti dei quali donne e bambini, provocato dal corpo dei volontari del Colorado ai danni di pacifici Cheyenne e Arapaho, che il capo Pentola Nera aveva condotto all’interno della riserva loro assegnata, sotto la protezione dell’esercito degli Stati Uniti. La brutalità e la fredda determinazione con cui fu attuato quell’atto di genocidio provocarono negli Stati dell’est americani un’ondata d’indignazione tale che il Congresso dovette istituire una commissione d’indagine. Questo parco, dedicato agli sfortunati protagonisti di uno scontro durato quattro secoli, intende ricordare non solo il genocidio degli indiani americani, ma tutte le stragi antiche e moderne che i popoli indigeni hanno dovuto subire e ancora subiscono a causa dell’incessante fame di risorse naturali della civiltà occidentale.


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