Cronaca

L'Hub portuale è pronto a salpare: progetto colossale da 235 milioni di euro

E' stato presentato venerdì il progetto definitivo destinato a "rilanciare l'intera città". Ecco come cambierà il porto nei prossimi sei anni

Sono passati appena due mesi da quando il presidente della Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centro-settentrionale Daniele Rossi ha spiegato in maniera onesta "Spero che questo sia il primo di una serie di incontri, perchè ad oggi ancora non abbiamo risposte definitive". Eppure venerdì il presidente Rossi è apparso molto più determinato e sicuro durante la presentazione del progetto definitivo "Hub portuale Ravenna 2017". "Oggi inizia un percorso, ma a questo inizio dovevamo arrivarci, e ora possiamo dire di avercela fatta - commenta Rossi - Quello che lunedì andremo a depositare al Ministero dei trasporti e delle infrastrutture di Roma è un progetto articolato, del valore di 235 milioni di euro, che comprende l’approfondimento dei fondali della zona di accesso al porto sino a -13,50 metri, l’approfondimento del canale Candiano a -12,50 m sino a San Vitale, in modo uniforme con il dragaggio di 4.700.000 metri cubi di sabbia, la realizzazione di una nuova banchina di oltre mille metri nella “Penisola Trattaroli” destinata prevalentemente a terminal container, che sarà raggiunta dalla linea ferroviaria, l’adeguamento strutturale - non un semplice restyling - di oltre 6.500 metri di banchine portuali - banchine costruite 50 anni fa quando la normativa antisismica non esisteva - la realizzazione di nuove piattaforme logistiche urbanizzate e attrezzate in area portuale per circa 200 ettari utilizzando parte del materiale di risulta dai dragaggi opportunamente trattato".

La regione

“Il potenziamento di una piattaforma fondamentale per l’economia e la logistica dell’Emilia- Romagna come il Porto di Ravenna rappresenta per noi un obiettivo strategico e quello di oggi è un passo avanti importante per centrarlo - commenta il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini - Lo avevamo detto fin dal giorno del nostro insediamento: questa è una legislatura nella quale intendiamo impegnare ogni energia per contribuire a sbloccare o avviare gli interventi e le opere necessarie a dotare i nostri territori di quella rete infrastrutturale che consenta alla nostra regione di aumentare ancora di più la propria attrattività e competitività sul mercato nazionale, europeo e su quelli internazionali. Sono tre i pilastri su cui si basa il nostro modello di sviluppo: manifattura, saperi (università, cultura, ricerca e innovazione) e turismo. Per questo - anticipa il presidente - stiamo cercando di correggere il "gap" di collegamento sull'asse nord-sud tra Ravenna e Ferrara, che rispetto al collegamento tra est e ovest è rimasto un po' di stampo medievale. Quando l'Emilia e la Romagna stanno insieme, possono battere chiunque”.

“Si tratta di un progetto che nasce grazie all’impegno delle istituzioni, dell’autorità portuale e anche dei privati - aggiunge l'assessore regionale ai trasporti Raffaele Donini - Il nuovo porto, più grande e capace, sarà un'importante occasione di ulteriore sviluppo e occupazione per la città di Ravenna e non solo. L’intervento si inserisce nel più ampio progetto che riguarda le reti infrastrutturali regionali. Sono infatti collegati a questo progetto i lavori ferroviari, previsti dall’accordo da 21 milioni di euro con Rfi, Autorità portuale e Comune di Ravenna, per migliorare l’accessibilità al porto”.

Il sindaco

"Questa giornata rappresenta uno snodo cruciale per il nostro porto e una fase nuova per l'intera città, questo progetto è un "sine qua non" per il ruolo che Ravenna vuole avere nei prossimi anni - ha spiegato soddisfatto il sindaco Michele de Pascale - Il lavoro portato avanti fianco a fianco a supporto dell’Autorità portuale in questi pochi mesi dall’insediamento del presidente Rossi è stato l’assillo di questa amministrazione. Non è trascorso un solo giorno nel quale, anche personalmente, non abbia fatto una riunione, una telefonata, un incontro al fine di cercare di dare il massimo dell’aiuto e del sostegno. Le parole che riassumono al meglio questo progetto sono concretezza e visione: era necessario, infatti, realizzare una fase del progetto in tempi brevi, al contempo però senza perdere l'ambizione di riuscire a fare di più. Il progetto presentato oggi è molto lineare e meravigliosamente semplice: si sono operate tutte le scelte che avessero la percentuale più alta di possibilità di successo. Il progetto iniziale è stato rimodulato, pur non diminuendone l’ambizione, per offrire la certezza al sistema delle imprese ravennati e ai tanti investitori che guardano con interesse al porto di Ravenna, che già nei prossimi anni si inizierà a scavare. Gli investitori infatti, in questo progetto che appartiene all’intera città, sono importanti quanto i fondali: investiremo anche sulla formazione scolastica e universitaria in ambito portuale. Ora lo scadenziario proposto è prudenziale e contempla tutte le possibili condizioni. Da oggi, insieme al presidente Rossi, lavoreremo per far sì non solo che il progetto venga approvato e si proceda con l’escavo, ma che parallelamente si cerchino tutte le soluzioni idonee ad accelerare i tempi. La fase due vedrà la realizzazione delle banchine già predisposte per i 14,5 metri e l’ulteriore approfondimento del canale, fondamentale per garantire alcuni investimenti importanti come ad esempio quello del nuovo terminal container. Per quanto riguarda il tema del collocamento dei sedimenti generati da questa seconda fase, abbiamo sollecitato l’Autorità portuale perché, nel tempo minore possibile, si lavori per rendere funzionante un impianto di trattamento più volte annunciato e che nel medio/lungo periodo rappresenta la soluzione strutturale al problema degli escavi. La realizzazione di un grande impianto, come ce ne sono in Europa, è necessaria per consentirci di poter raggiungere profondità adeguate ad un porto competitivo e all’avanguardia".

I "progetti paralleli"

Questo progetto si integra con altre azioni di valorizzazione del Porto: il potenziamento della rete di collegamento ferroviario con investimenti per circa 30 milioni, per quali sono in corso accordi con Rete ferroviaria italiana che consentiranno di realizzare un importante sottopasso ferroviario e due stazioni merci in area portuale per evitare il transito dei treni provenienti dal porto nella stazione centrale cittadina e rendere più veloci le manovre ed i collegamenti; il completamento della digitalizzazione dei processi documentali per migliorare ulteriormente le procedure doganali di pre-cleaning e sdoganamento in mare; l’innalzamento del livello di sicurezza in ambito portuale con l’installazione di un sofisticato sistema di videosorveglianza che coprirà gran parte dell’area e delle vie di accesso al porto per il quale si stanno definendo gli accordi operativi con Prefettura, Comune di Ravenna e Forze dell’ordine; la realizzazione di un impianto di trattamento dei materiali di dragaggio e il loro riutilizzo, per il quale è in preparazione il relativo bando di gara; la costruzione delle opere infrastrutturali di supporto alla realizzazione di un impianto di stoccaggio e distribuzione di Gnl, che sarà un investimento privato, per il quale è in corso il relativo iter autorizzativo; l’ampliamento del terminal Ro-Ro destinato allo stoccaggio e al trasporto di rimorchi; il progetto di interventi da 20 milioni per la Classicana. "Un progetto, dunque, la cui linearità è il frutto di una sintesi difficile e complessa - continua il presidente Rossi - Saranno implementate tutte le azioni di monitoraggio ambientale che garantiscano il rispetto non solo della normativa vigente in materia, ma anche dei luoghi che sono interessati dal progetto, delle loro vocazioni e delle persone che in questo territorio abitano e lavorano. Andremo avanti, certamente, con l’impianto di trattamento dei materiali di dragaggio e il loro riutilizzo. Proseguiamo anche con tutti gli operatori del porto il ragionamento sulla cantierizzazione del progetto per individuare le azioni atte a limitare in ogni modo possibile l’impatto dei lavori sulla piena operatività dello scalo. Il progetto è in sé funzionale ma ci sono azioni di miglioramento che lo possono affiancare e che ne possono accelerare gli effetti benefici, anche, eventualmente, accorciando i tempi oggi previsti. Confidiamo nel fatto che la consapevolezza del valore di questo progetto per il territorio possa indurre a superare le visioni “particolari” a beneficio di un interesse generale, di una opportunità unica di sviluppo economico che il “sistema Porto” è oggi in grado di offrire alla nostra città”.

>>>Il progetto Hub portuale Ravenna 2017: modi, costi e tempistiche

Il Porto di Ravenna è costituito da un canale principale, il Canale Candiano della lunghezza di circa 12 chilometri e due secondari, Baiona a Piombone. Nel complesso sono attualmente presenti 24 km di banchine disponibili, di cui 18.5 km operative. Le merci trattate dai terminalisti privati sono principalmente rinfuse, liquidi e container. A seguito delle analisi del traffico e degli scenari futuri, il Piano Regolatore Portuale ha fissato come priorità per lo sviluppo del Porto l’approfondimento dei fondali per permettere l’ingresso di navi di dimensioni maggiori rispetto alle attuali, oltre alla realizzazione di un nuovo Terminal Container e nuove aree destinate alla logistica.

Cosa prevede la prima fase del progetto

Approfondimento dei fondali a -13,50 metri del canale marino e dell’avamporto e nell’approfondimento del Canale Candiano a -12,50 metri fino alla Darsena San Vitale, con il dragaggio di oltre 4.700.000 metri cubi di materiale; realizzazione di una nuova banchina, della lunghezza di oltre 1.000 metri, destinata a terminal container sul lato destro del Canale Candiano in Penisola Trattaroli, che sarà raggiunta dalla linea ferroviaria; adeguamento strutturale alla normativa antisismica e ai nuovi fondali di oltre 2.500 metri di banchine esistenti; approfondimento dei fondali di ulteriori banchine (già adeguate) per uno sviluppo lineare di oltre 4.000 metri; e realizzazione di nuove piattaforme logistiche urbanizzate e attrezzate in area portuale per circa 200 ettari utilizzando parte del materiale di risulta dai dragaggi opportunamente trattato. Nella seconda fase, che avrà inizio non appena ultimati i lavori della prima fase e sarà stato realizzato l’impianto di trattamento dei materiali risultanti dall’escavo, si completerà l’escavo dei fondali sino alla profondità di 14,5 metri.

Costi di realizzazione e fonti di finanziamento

Il quadro economico prevede una spesa di 197 milioni di euro, più una previsione di 15 milioni per spese tecniche e imprevisti e 22 milioni per l'acquisizione delle aree, per un totale di 235 milioni di euro per il completamento della prima fase di lavori. I contributi sono tre: il Cipe nel 2012 ha approvato il progetto preliminare con l’assegnazione definitiva dell’importo di 60 milioni di euro, a valere sulle risorse del "Fondo infrastrutture ferroviarie, stradali e elativo a opere di interesse strategico"; la Banca Europea per gli Investimenti (Bei) nel 2013 ha approvato l’erogazione di un finanziamento di scopo sino a 120 milioni di euro per il progetto; l’Autorità Portuale investirà fondi propri già disponibili per 55 milioni di euro.

Tempi di esecuzione

Il cronoprogramma dell’intervento risente principalmente dei tempi necessari all’espletamento di tutti gli iter autorizzativi connessi ad un progetto complesso che coinvolge una numerosa serie di soggetti istituzionali e, dal punto di vista tecnico, dei tempi necessari per la corretta gestione dei materiali risultanti dall’escavo. Il progetto definitivo sarà depositato lunedì 18 settembre al Ministero Infrastrutture e Trasporti per la relativa istruttoria presso tutti gli enti competenti. I tempi di istruttoria sono previsti in circa un anno. I lavori della prima fase, che dovrebbero partire a inizio 2019, sono previsti durare circa quattro anni per la realizzazione delle infrastrutture e, contemporaneamente, sarà realizzato l’impianto di trattamento dei materiali di dragaggio che richiederà sei anni. La fase di approfondimento dei fondali durerà altri due anni circa. Non appena completato l’iter autorizzativo e ottenuta la delibera del Cipe si provvederà a indire la gara di appalto, per avviare i lavori nei primi mesi del 2019. "Nella peggiore delle ipotesi - conclude Rossi - si parla di sei anni a partire dal 2019, tuttavia la speranza è quella di riuscire a farcela in 3 o 4 anni al massimo"


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