Cronaca

Conto alla rovescia per l'inaugurazione di 'Classis': il nuovo museo si svela in anteprima

Un’area espositiva di 2.800 metri quadrati, circondata da un parco di un ettaro e mezzo sempre aperto al pubblico, una "fabbrica della memoria": ecco cosa troveremo nel nuovo Museo di Classe

E' ufficialmente iniziato il conto alla rovescia per l'inaugurazione di un'opera attesa da tanto in città: il nuovo Museo della città e del territorio "Classis", realizzato nell'immensa struttura creata attraverso un ambizioso lavoro di recupero dell'ex-xuccherificio di Classe - considerato dagli esperti uno tra i più importanti interventi di recupero industriale in Italia. Le porte del museo, che sorge a breve distanza dalla Basilica di Sant'Apollinare in Classe, apriranno ufficialmente al pubblico sabato 1 dicembre alle 10.30. A partire da domenica 2 dicembre il Museo sarà aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00. Biglietti: 7 euro intero, 5 ridotto, 20 biglietto famiglia (2+2), visite guidate su prenotazione a 40 euro fino a 15 persone + 3 euro dal 16esimo in poi.

Un’area espositiva di 2.800 metri quadrati, circondata da un parco di un ettaro e mezzo sempre aperto al pubblico, per dare una testimonianza di questa particolare identità, in cui materiali archeologici e moderni supporti tecnologici concorrono allo stesso emozionante racconto. Un colossale progetto da 22 milioni di euro (3 provenienti dal Comune, 8,4 dallo Stato, 3,1 dall'Unione Europea, ben 6,7 dalla Fondazione Cassa di Risparmio e 730mila dalla Regione). Il nuovo Museo di Classe è il Museo della città di Ravenna e del suo territorio. Classe è all’origine dell’importanza storica di Ravenna, e il museo intende raccontare attraverso alcuni snodi storici particolarmente significativi le vicende che caratterizzano la storia di Ravenna e del suo territorio. 

"Con l’apertura del Museo di Classe giunge a compimento un progetto strategico della città - commenta soddisfatto il sindaco Michele De Pascale - Si arricchisce ulteriormente un’area di grande prestigio che concentra elementi di evidente attrattività culturale e turistica, come la Basilica di Classe, ora a gestione diretta del Comune attraverso RavennAntica per i sevizi di biglietteria e bookshop in base all’accordo di valorizzazione, l’Antico porto, gli scavi di San Severo e tutta la zona ambientale a sud della località, dalla pineta all’Ortazzo e l’Ortazzino oggetto di un progetto di riqualificazione, così come la stazione. Classe diventa così una seconda destinazione, oltre la città d’arte, di importantissimo valore culturale, archeologico e ambientale che ci permetterà di allungare la permanenza turistica sul nostro territorio”.

VIDEO >> Il nuovo museo di Classe si schiude al pubblico in esclusiva: ecco "Classis"

Il Museo si svela in anteprima

L’allestimento sarà fortemente innovativo nelle sue soluzioni espositive, ma non sarà un museo virtuale. Sarà invece un Museo nel quale, attraverso l’esposizione di monumenti e di alcuni materiali particolarmente significativi, si svilupperà un racconto storico completo e attrattivo che illustrerà la nascita e l’evoluzione della città di Ravenna e della vicina città portuale di Classe, dall’Antichità fino ai giorni nostri. E’ prevista una scansione lineare del tempo e delle diverse epoche che interessarono la città e il suo territorio: la preistoria, l’antichità romana, la fase gota, l’età bizantina, l’alto Medioevo. Accanto a questa Linea del tempo sono previsti alcuni approfondimenti che riguardano la crescita e lo sviluppo della città, la sua stratificazione, la flotta e la navigazione, la sua variegata etnicità, la produzione artistica, le consuetudini funerarie e le modalità della preghiera. "L'intenzione era quella di realizzare un 'museo vivente', in cui il fruitore è il protagonista e viene avvicinato al percorso di narrazione e chiunque vi entri dovrà uscirne con una piccola suggestione che lo possa portare a conoscere il resto del territorio, che lo incuriosisca - spiega l'architetto curatore del progetto Andrea Mandara - Una storia che attraversa la fabbrica attraverso un 'file rouge', letteralmente un filo rosso che conduce lo spettatore nei vari spazi".

Questo racconto, trattandosi di un museo, verrà fatto ricorrendo alla documentazione archeologica con un uso mirato dei reperti intesi come perno della narrazione: alcune volte saranno elementi singoli di particolare valore e importanza ad avere il ruolo di protagonisti; altre volte saranno gruppi ampi di oggetti, come nel caso del porto di Classe, che potrà essere illustrato ampiamente grazie alle centinaia di reperti rinvenuti negli ultimi scavi. Gli oggetti della vita quotidiana (anfore, ceramiche, monete) troveranno uno spazio adeguato, accanto ai materiali più significativi e validi dal punto di vista artistico (statue, mosaici e altro). In questa maniera sarà possibile articolare un racconto che consideri tutte le sfere della comunità e le differenti fasce sociali presenti in città e nel territorio. Una particolare attenzione verrà dedicata agli apparati didattici ed illustrativi, con ampio ricorso a ricostruzioni grafiche e tridimensionali, filmati, plastici ed altro ancora.

Un "Parco archeologico" per il rilancio di Classe

Fin dagli esordi verrà messa in atto una strategia di comunicazione indirizzata a collegare il Museo con i singoli siti del futuro Parco Archeologico di Classe, come l’area portuale e il complesso di San Severo. Il Museo sarà il vero cuore del Parco: qui confluiranno i reperti provenienti dai vari scavi, e qui il racconto di Ravenna e Classe verrà aggiornato ogni qual volta avrà luogo un nuovo ritrovamento rilevante (grazie ad una struttura espositiva particolarmente flessibile). Una piccola sezione dell’esposizione verrà infine dedicata all’edificio del Museo: un importante monumento dell’archeologia industriale, la cui importanza nel passato è ben viva nella memoria dei ravennati. Anche questo monumento verrà spiegato e raccontato. Perché, in definitiva, l’ex-Zuccherificio è nella nostra concezione (e per sua stessa conformazione) una vera cattedrale. Come lo è la Basilica di Sant’Apollinare; e forse non è un caso che da lontano questi due edifici emergano sull’orizzonte piatto delle architetture più comuni e usuali. Una cattedrale/fabbrica della memoria, attraverso la quale si intende restituire alla comunità locale la sua storia; e nello stesso tempo ci si prefigge di raccontare ai molti visitatori che ogni anno arrivano a Ravenna un segmento affascinate e importante della sua storia.

Le prime polemiche

“Esistono vari modi di raccontare una storia: l’archeologo lo fa attraverso oggetti, siano essi cose d’uso quotidiano o preziose testimonianze artistiche - puntualizza Giuseppe Sassatelli, presidente della Fondazione RavennAntica - A Classis Ravenna lo straordinario racconto di una città attraverso i suoi snodi principali, dalla preistoria all’antichità romana, dalle fasi gota e bizantina all’alto Medio Evo, sarà sviluppato attraverso materiali archeologici il cui valore intrinseco viene esaltato dall’essere proposto in un’ottica unitaria, nonché supportato dai più moderni ausili tecnologici. Un museo aperto, pronto ad arricchire la sua narrazione di nuove acquisizioni, sempre attivo sul fronte della ricerca e flessibile nella struttura espositiva, in rispondenza ai criteri museologici contemporanei. Un museo, infine, concepito per suggerire e sollecitare ulteriori itinerari e approfondimenti, creando una reale e virtuosa collaborazione con altri centri espositivi e monumenti del territorio". Sassatelli, poi, interviene sui costi e su chi ha lanciato delle critiche in merito all'effettivo valore delle opere che verranno esposte nel nuovo Museo e sulla sua effettiva utilità rispetto ai già tanti musei presenti sul territorio - come il gruppo consiliare La Pigna: "L'elenco delle opere non è un listino prezzi: le ossa hanno lo stesso valore archeologico di un mosaico, e ciò che è esposto qui ha un valore storico indipendentemente dal suo valore economico. Non sarà un museo in contrapposizione con gli altri musei, ma in sinergia. Si troveranno costanti rimandi agli altri musei della provincia con l'invito ai visitatori di andare a visitarli: sarà una sorta di “portale”, di volano per gli altri musei. E' una bugia, invece, parlare di "musei spogliati" delle loro opere: oltre ai materiali nuovi, abbiamo raccolto alcune tessere sparse nel territorio e le abbiamo messe insieme valorizzandole, unendo le “tessere” per fare un “mosaico complessivo”. Nel museo saranno presenti circa 800 pezzi: oltre la metà provengono da scavi recenti; alcuni saranno presi da altre realtà, dal Museo nazionale ad esempio vengono 70 pezzi, ma di questi 70 solo 20 erano esposti, mentre gli altri erano in deposito. Un'occasione, quindi, per recuperare reperti che prima non erano visibili al pubblico".

Nuovo Museo di Classe: "Entro 15 anni porterà turisti e benefici economici per 22 milioni di euro"

“Con l'apertura di Classis Ravenna giunge a sintesi un percorso molto importante - aggiunge Elsa Signorino, assessore alla cultura - Viene restituito alla città un edificio di archeologia industriale di pregio, fortemente legato alla memoria collettiva della nostra comunità, e nel contempo allestita un'intera area che a metà degli anni '90 versava in una situazione di pesante degrado. Il nuovo museo permetterà la conoscenza e la valorizzazione dell'intero patrimonio storico archeologico del territorio attraverso un percorso espositivo innovativo, affascinante e rigoroso capace di coinvolgere e di emozionare i visitatori. Come tutti i musei contemporanei svilupperà una molteplicità di funzioni: attività espositiva, di studio e ricerca, laboratori didattici, laboratori di inclusione digitale per la sperimentazione di start-up innovative. Il tutto con una forte vocazione al territorio”. Anche l'assessore, fortemente criticato dal gruppo consiliare La Pigna, interviene sui costi: "I musei sono investimenti importanti, e quelli del museo di Classe sono importanti esattamente quanto quelli degli altri musei, con la differenza che in questo caso abbiamo una convergenza di intenti tra risorse pubbliche e private, dello Stato, del Comune, della Regione, dell'Unione Europea e della Fondazione Cassa di risparmio di Ravenna. Devo dirlo io che i musei non fanno utili? Non credo sia necessario, non li fa neanche il Louvre: lo dicono le statistiche. I musei, però, hanno compe primo compito la crescita culturale della collettività. E dove c'è crescita culturale si vive e si produce meglio. Inoltre i musei hanno ricadute importanti sul territorio: RavennAntica ha fatto uno studio di sostenibilità economica proprio per verificare il potenziale di ricadute sul territorio.

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Struttura e sequenza espositiva

Una parte consistente dell’esposizione sarà dedicata alla sequenza cronologica della città e del suo territorio (la linea del tempo); e una parte ad alcuni approfondimenti tematici.

LA LINEA DEL TEMPO

Le origini: storia e leggenda. Ravenna tra Etruschi e Umbri - Ravenna fu sicuramente interessata, oltre che da un popolamento umbro,ampiamente diffuso nel suo territorio, anche da una presenza etrusca quando gli Etruschi dell’interno di Bologna e Marzabotto, cacciati dai Galli, si riversarono sulla costa adriatica (Spina, Adria, Ravenna e Rimini) per dedicarsi ad azioni di pirateria che in antico era sinonimo di commerci. 

Età romana: Una palude, una flotta, una città - Nei primi secoli della dominazione romana Ravenna era una piccola città di non particolare importanza. Le cose iniziano a cambiare al tempo di Augusto, quando il primo imperatore stabilì che la principale flotta militare per il controllo del Mediterraneo orientale avesse sede proprio a Ravenna. Da questo momento Ravenna diventerà uno dei più importanti porti del Mediterraneo.

Età tarda e imperiale: Centro del potere e crocevia dei commerci - Ravenna diventa una delle più importanti città dell’impero all’inizio del V secolo quando l’imperatore Onorio decide che sarà la capitale dell’Impero d’Occidente e stabilisce qui la sua residenza. La superficie della città aumenta in maniera notevole, si costruiscono nuove mura e molti monumenti grandiosi. Nasce anche il nuovo centro di Classe, che accoglie un grande porto commerciale, e questa grande area urbana diventa una conurbazione composta da Ravenna, Cesarea e Classe.   

Ravenna e Teodorico (493-526) – Alla fine del V secolo Teoderico invade l’Italia alla testa dei Goti e dà vita ad un nuovo regno, la cui capitale è ancora una volta Ravenna. Il regno goto a Ravenna è un’epoca all’insegna della tolleranza e della coesistenza tra genti diverse: romani (cioè italiani), goti, africani, armeni, palestinesi, e molti altri. Ravenna è un luogo cosmopolita, dove si parlano molte lingue e si praticano religioni differenti. 

Ravenna e la conquista bizantina (540) - Nel 535 l’imperatore Giustiniano sferra l’attacco contro l’Italia, per conquistarla. Inizia così la guerra tra bizantini e goti, e molto presto - nel 540 - Ravenna cade in mano ai bizantini. La guerra si risolverà nel 553 con la vittoria dell’esercito imperiale, e Ravenna verrà poi scelta come città principale della provincia d’Italia, annessa all’impero bizantino. Per la terza volta nella sua storia Ravenna è capitale, e ora si costruiscono alcuni dei suoi più importanti monumenti: San Vitale, Sant’Apollinare in Classe e San Severo.

APPROFONDIMENTI TEMATICI

Ravenna e il mare - Il rapporto della città con il mare è un tratto essenziale della sua storia. Crocevia di commerci fin dalle sue origini Ravenna è un importante snodo di traffici e di relazioni che si consolidano in epoca antica con tutta l’area del mediterraneo. In età tardo antica diviene uno dei maggiori porti commerciali del Mediterraneo.  

Pregare a Ravenna - Una sezione  espositiva interamente dedicata ai modelli architettonici ecclesiastici per i quali Ravenna è cosi importante dal punto di vista monumentale e nel campo delle relazione con tutto l’arco adriatico e con l’Oriente. 

Abitare a Ravenna - Lo studio delle tipologie abitative è uno dei maggiori campi di interesse della storia di Ravenna in ragione anche dei notevoli ritrovamenti archeologici avvenuti in città. Lo scopo è quello di mostrare i caratteri abitativi presenti nel territorio, dalla unificatrice fase romana fino allo sviluppo di una peculiare fisionomia, soprattutto nella fase tarda dell’impero e poi in epoca bizantina, per la quale Ravenna diventerà anche un polo di irradiazione di modelli e tecniche.

San Severo: dalla villa al monastero - Attraverso immagini, planimetrie e elaborazioni grafiche, verrà illustrata l’intera e articolata evoluzione nel tempo dalle fasi insediative del sito archeologico, dalla villa romana fino al complesso monastico di san Severo, importantissimo presidio monastico fino all’epoca degli Ottoni e oltre.

La Fabbrica  - Una piccola sezione dell’esposizione verrà infine dedicata all’edificio del Museo: un importante monumento dell’archeologia industriale, la cui importanza nel passato è ben viva nella memoria dei Ravennati.

Ma il Museo non sarà un semplice “contenitore di materiali”: sarà anche un attivo centro di ricerca, perché alla luce di accordi già in atto, accanto alle sale espositive, ci saranno anche ampi laboratori per lo studio e per il restauro dove docenti e studenti dell’Università potranno svolgere le loro attività nell’ambito dei loro percorsi formativi e di ricerca. E quindi sarà un Museo dove, in linea con le strutture museali più avanzate di tutta Europa, si svolgerà un’attività di ricerca e di formazione di altissimo profilo.


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