Cronaca

Omicidio di Faenza, un gioco finito male. Il killer: 'credevo la pistola fosse scarica'

L'arma, risultata rubata, è stata puntata contro un 20enne di origini russe da un 22enne albanese attualmente sotto interrogatorio per omicidio volontario

Un gioco, o una sbruffonata, finita male all'origine dell'omicidio di un 20enne di origini russe avvenuto, giovedì sera, in un'abitazione di Faenza. Ad essere accusato di omicidio volontario è un 22enne di origini albanesi bloccato venerdì mattina verso le 7 dai carabinieri di Faenza nei pressi della caserma di Castel Bolognese, dove aveva intenzione di costituirsi. La vittima è stata centrata da un unico colpo, sparato a distanza di pochi centimetri, sopra la tempia sinistra ed è deceduta sul colpo sul divanetto dove era seduto e con ancora una sigaretta in mano. Secondo le prime indiscrezioni trapelate dagli inquirenti, che stanno interrogando il 20enne, il tutto è partito da una tragica fatalità mentre i giovani giocavano con una Beretta 7.65 risultata rubata a Imola nel pomeriggio di giovedì.

Dalle prime dichiarazioni spontanee fatte dal russo, sarebbe emerso che il giovane stava puntando l'arma contro l'amico pensandola scarica e, all'improvviso, è partito il colpo fatale. Una ricostruzione che, al momento, troverebbe conferme anche nelle testimonianze di quanti si trovavano al momento nell'appartamento di Faenza i quali escludono categoricamente il regolamento di conti o una lite parlando, invece, di una tragica fatalità.

A chiamare i soccorsi, dopo lo sparo, è stato il padrone di casa, un giovane bosniaco. Gli inquirenti sono subito andati nell'abitazione faentina dell'albanese sospettato, non trovandolo. Il giovane era già fuggito da un amico a Castel Bolognese, per consegnarsi questa mattina alla locale caserma dell'Arma. L'abitazione teatro del delitto è stata posta sotto sequestro. La Procura ha notificato al ragazzo e alla famiglia della vittima l'avviso per l'autopsia.


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