Cronaca

Omicidio Ilenia Fabbri, si torna in aula: parte l'appello per ex marito e sicario

Tornano alla sbarra Claudio Nanni e Pierluigi Barbieri per l'omicidio di Ilenia Fabbri, la 46enne uccisa il 6 febbraio 2021 nel suo appartamento di via Corbara a Faenza. I due uomini sono stati condannati entrambi all'ergastolo in primo grado

Da sinistra: Pierluigi Barbieri e Claudio Nanni, al centro Ilenia Fabbri

Tornano alla sbarra Claudio Nanni e Pierluigi Barbieri - ex marito e mandante dell'omicidio il primo, sicario reo confesso il secondo - per l'omicidio di Ilenia Fabbri, la 46enne uccisa il 6 febbraio 2021 nel suo appartamento di via Corbara a Faenza. I due uomini sono stati condannati entrambi all'ergastolo in primo grado il 28 febbraio 2022.

Nanni si è sempre dichiarato innocente, tanto che il suo avvocato Francesco Furnari aveva chiesto di assolverlo dall'accusa di omicidio o di riformularla in tentata estorsione, mentre il difensore di Barbieri, Marco Gramiacci, aveva chiesto per il suo cliente 21 anni per differenziare le due pene in virtù dell'atteggiamento collaborativo dell'imputato (che, oltre ad avere ammesso l'omicidio, ha fornito numerosi dettagli utili alle indagini). E infatti entrambi i legali hanno presentato ricorso alla Corte d'appello di Bologna. In aula non sarà presente Arianna Nanni, figlia di Ilenia Fabbri e Claudio Nanni, difesa dall'avvocata Veronica Valeriani.

Barbieri con tutta probabilità confermerà la ricostruzione che ha dato fin da subito: era stato assoldato dall'amico Nanni con la promessa di 20mila euro (e un'auto usata) per uccidere l'ex moglie, e così ha fatto, tentando prima di soffocarla dopo esserle entrato in casa all'alba, poi tagliandole la gola con un coltello trovato in cucina. Verosimilmente l'avvocato del sicario chiederà nuovamente la perizia psichiatrica, non concessa durante il processo in primo grado, e l'applicazione delle attenuanti.

Diversa la strategia di Nanni: plausibile che il suo avvocato tenti di ribaltare tutto l'impianto accusatorio ribadendo che gli accordi erano quelli di spaventare Ilenia, e non di ucciderla. Una versione che non ha retto fin dall'inizio e alla quale la Corte d'assise non ha creduto, con la sentenza che definisce le risposte di Nanni "prive di una qualsiasi ragionevolezza", la sua difesa "sconclusionata" e la ricostruzione dei fatti "oggettivamente insostenibile".

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