Cronaca

Non parlavano italiano, ma facevano l'esame per la patente: stanata organizzazione

Gli arresti sono stati eseguiti a Sant'Agata sul Santerno, dove risiede uno dei vertici dell'associazione, a Modena e a Brescia

Foto di Massimo Argnani

Una gigantesca truffa messa in piedi da una vera e propria organizzazione che, grazie ad apparecchiature degne del miglior film di spionaggio, "aiutava" cittadini extracomunitari che nemmeno parlavano l’italiano a prendere la patente. Gli agenti della PolStrada di Ravenna, coordinati dal procuratore capo di Ravenna, Alessandro Mancini, al termine di un'attività investigativa iniziata nel 2012, hanno decapitato un’associazione a delinquere pakistana finalizzata ad alterare il risultato degli esami teorici per il conseguimento della patente di guida. Gli inquirenti, affiancati dal personale del compartimento di Bologna e delle sezioni di Modena e di Brescia, hanno eseguito alle prime luci dell'alba quattro cittadini pakistani. Gli arresti sono stati eseguiti a Sant’Agata sul Santerno, dove risiede uno dei vertici dell’associazione (in regola con il permesso di soggiorno), a Modena e a Brescia. L'ordinanza prevedeva anche altri tre provvedimenti restrittivi di altrettanti cittadini pakistani, al momento latitanti o irreperibili

LE INDAGINI - L'operazione "Mangusta" è iniziata in seguito ad una segnalazione effettuata nel 2012 dal Compartimento della Polizia Stradale circa la falsificazione degli esami teorici di candidati stranieri con sistemi teorici. E' stato contattato il direttore Motorizzazione di Ravenna, che ha fornito i nomi dei pakistani non residenti a Ravenna e che si erano iscritti a sostenere l'esame teorico. Gli appostamenti hanno portato ad accertare che il metodo era quello giusto. L'approfondimento con tabulati e intercettazioni telefoniche ha portato a conoscere il modus operandi. Nei quattro mesi di intercettazioni sono state segnalate 55 persone in tutt'Italia (un solo italiano, detto "Il bianco", di Sant'Agata) che a vario titolo hanno partecipato a 36 esami, sostenuti anche in altre località del nord Italia. Tra queste due donne: una cinese ed una nigeriana. L’organizzazione, ben adeguata con il rinnovamento tecnologico, era composta da due vertici che coordinavano altri sodali, i quali dovevano individuare connazionali interessati al conseguimento della patente di guida italiana.

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L'ESAME - Una volta individuati, gli stessi venivano iscritti all’esame teorico per privatisti alla Motorizzazione Civile, dove, tramite un pc, il candidato deve superare la prova rispondendo positivamente ad un minimo di 36 domande su 40 quiz unipersonali. L’associazione procurava al candidato telefoni cellulari, auricolari e microcamere, per mezzo dei quali le domande venivano “trasferite” ad un suggeritore esterno che, in tempo reale, forniva le risposte esatte. In questo modo l'organizzazione permetteva ai candidati di superare l’esame teorico a candidati non idonei i quali, in molti casi, non erano in grado di leggere e comprendere la lingua italiana, e, ancor più, non conoscevano le regole basilari del codice della strada. Al termine dell’esame, l’associazione si faceva corrispondere dai candidati una somma variabile tra i 1.800 e i 2.500 euro. Ad ogni esame corrisposto veniva fornito un corrispettivo di circa 250 euro. Se l'esame non veniva superato, veniva data la chance di ripetizione senza pagare.

Nel corso delle indagini, molte di queste prove sono state di fatto interrotte in flagranza dall’intervento della Polizia della squadra di Polizia Giudiziaria. Diversi esami, invece, accertati solo successivamente, hanno portato all’emissione da parte del giudice per le indagini preliminari, di nove misure cautelari reali di sequestro della patente di guida. Con l’"Operazione Mangusta”, ha spiegato il commissario capo Caterina Luperto, comandante della PolStrada di Ravenna, "la Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polstrada di Ravenna ha neutralizzato l’associazione a delinquere pakistana, garantendo alla giustizia i responsabili dei reati e impedendo che altri inidonei alla guida possano invece conseguire indebitamente la patente e costituire un pericolo per la sicurezza stradale". Le patenti acquisite in modo illegale sono state sequestrate. "Il riscontro è positivo - hanno spiegato il comandante della squadra di Pg, Alberto Dessani, e l'ispettore superiore Gabriele Allegri, che comandava ad inizio indagine la squadra-. Infatti negli ultimi mesi non sono arrivate segnalazioni sospette dalla Motorizzazione di Ravenna.

CNA - La Cna esprime "un sentito ringraziamento per il meritevole risultato raggiunto. Quest’azione di polizia ha il merito, in primo luogo di diminuire i rischi per la circolazione stradale impedendo a soggetti non in grado di superare onestamente gli esami teorici di circolare sulla nostre strade e, infine, di impedire una concorrenza sleale nei confronti delle Autoscuole che formano in maniera puntuale e corretta i candidati a sostenere gli esami di guida". La Cna ribadisce il suo impegno e sostegno alla legalità, in tutte le sue forme, e conferma il proprio sostegno "a tutte le iniziative a salvaguardia della sicurezza della collettività".


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