Cronaca

Lugo, al Pavaglione spunta una strada medievale: era la direttrice principale del centro

Il ritrovamento è ad oggi solo l’ultimo tassello della storia cittadina ricostruita grazie a più di 20 anni di scavi

Nel corso dei lavori per il posizionamento in vaso degli alberi in piazza Mazzini, all’interno del Pavaglione, sono emersi i resti di una pavimentazione medievale. Sul posto martedì era presente l’archeologa Chiara Guarnieri, della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, accompagnata dal sindaco Davide Ranalli e dal responsabile del Servizio Patrimonio del Comune di Lugo, Giovanni Liverani.

“Il rinvenimento consiste in una direttrice stradale nord-sud attorno alla quale si è formato il centro medievale di Lugo - ha dichiarato il primo cittadino -. Si tratta di una strada importantissima, con il tipico mattonato medievale posato a coltello. I depositi alluvionali e i frammenti di maiolica presenti al di sopra della strada la collocano nella prima metà del XIV secolo, ma in accordo con il Comune faremo un prelievo per avere una datazione più precisa con il sistema della termoluminescenza”.

“C’è una costante collaborazione con il Comune di Lugo che continua da oltre 20 anni - ha dichiarato Chiara Guarnieri -. Qui gli scavi non vengono mai fatti in emergenza, ma si parte sapendo che sotto c’è qualcosa, e quindi con tutte le cautele necessarie. In questo caso, un team di archeologi della Phoenix Archeologia srl di Bologna provvederà a valorizzare tutti i ritrovamenti, schedandoli e fotografandoli, in modo che una volta protetti e ricoperti possano essere comunque valorizzati”.

Il ritrovamento è ad oggi solo l’ultimo tassello della storia cittadina ricostruita grazie a più di 20 anni di scavi: “Importanti tracce del passato di Lugo sono riemerse durante scavi in piazza Baracca, in via Magnapassi, al Pavaglione, nella Rocca e in altre piazze del centro. Insieme, queste tracce costituiscono oggi un importante corpus sul passato di Lugo, permettendoci una conoscenza molto puntuale non solo dello sviluppo urbano, ma anche dei prodotti dell’attività quotidiana (grazie al ritrovamento di ceramiche, metalli, vetri, eccetera). Con il materiale esistente sarebbe possibile e auspicabile realizzare una pubblicazione che riunisca tutti questi risultati”.

continua nella pagina successiva ====> I LAVORI

I LAVORI - La fine dei lavori non subirà rallentamenti ed è prevista entro la fine del mese di aprile. Il progetto ha trovato fin da subito il benestare della Soprintendenza di Ravenna, che ha sottolineato come le alberature “coniughino in maniera egregia l’inserimento di elementi naturali in un impianto ipogeo tecnologicamente all’avanguardia (i vasi interrati), assegnando all’intervento naturalistico la massima duttilità e flessibilità nei confronti del quadriportico del Pavaglione”.

ALBERI - Le alberature saranno posate a corredo delle aree di sosta della parte ovest di piazza Mazzini, nel rispetto delle esigenze della Contesa estense e della Fiera biennale. Saranno nove, anziché le dodici inizialmente previste (non verranno collocate le piante lungo la direttrice medievale rinvenuta). Gli alberi sono dei Cercis Siliquastrum (“Albero di Giuda”), scelti per le loro caratteristiche in relazione e nel rispetto delle caratteristiche e qualità architettoniche del Pavaglione, saranno collocati in grandi vasi interrati che andranno ad accrescere il decoro urbano del quadriportico, come ulteriore richiamo alla fruizione quotidiana degli spazi, grazie soprattutto all’ombreggiatura, come agli albori del Novecento, quando la piazza si presentava arricchita di panchine e piante. Grazie ai vasi, gli alberi potranno essere provvisoriamente rimossi ogni volta in cui se ne presenti la necessità. La fascia perimetrale in ciottoli di fiume, che in superficie rappresenta circa la metà della piazza stessa, verrà lasciata completamente libera per rimarcare l'importanza delle arcate monumentali del Pavaglione.

L’albero di Giuda è stato scelto per la sua capacità di entrare in dialogo con il ritmo delle arcate neoclassiche che scandiscono lo spazio aperto grazie alla forma del suo portamento, la trasparenza della chioma e la dimensione del fogliame. Inoltre, la specie è presente anche all’interno del giardino pensile della Rocca estense, e creerà così un dialogo tra due dei luoghi simbolo della città.


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