Economia

Ancora in calo le imprese attive nel territorio: "Crescita anomala delle cessazioni"

Rispetto al 2015, sono diminuite le iscrizioni, -131, ma il dato più rilevante è appunto la crescita anomala delle cessazioni, +401

Nel mese di novembre 2016, il Conservatore del Registro delle Imprese di Ravenna ha disposto la cancellazione di 543 imprese fallite prima del luglio 2006 per insufficienza di attivo, come disposto dalla Corte di Cassazione. "Tale consistente intervento di qualità sui dati del Registro soddisfa certamente l’interesse pubblico, costituito dall'esigenza di garantire un funzionamento più efficace ed efficiente del sistema pubblicitario delle imprese, per evitare che vengano falsati dati e statistiche, che vengano  alterate le informazioni rilevanti per il mercato sulle realtà economiche effettivamente operanti sul territorio e che vengano sostenuti inutili ed onerosi costi burocratici", spiega la Camera di Commercio.

"Tale operazione è all’origine di una flessione, che appare fortemente negativa nei dati registrati alla fine del 2016. Infatti al 31 dicembre, le imprese iscritte nel Registro delle Imprese di Ravenna sono 39.704, 794 in meno rispetto alla stessa data dell’anno passato. Nel corso del 2016 sono state registrate 2.087 nuove iscrizioni a fronte di 2.735 cancellazioni, il che ha determinato un saldo negativo di 648 unità, mitigato tuttavia dall'evento succitato", viene chiarito dall'ente camerale.

Rispetto al 2015, sono diminuite le iscrizioni, -131, ma il dato più rilevante è appunto la crescita anomala delle cessazioni, +401. Delle 2.735 cancellazioni del 2016, quasi il 40%, 1.050, è concentrato nell’ultimo trimestre a causa dell’intervento di cui si è detto. Tenendo conto di questo, il tasso di variazione su base annua risulta  -1,60%. Anche il tasso regionale, influenzato dal dato negativo non solo di Ravenna, ma anche di alcune altre province dell’Emilia Romagna, risulta in flessione dello 0,32%. All’opposto, a livello nazionale nel 2016 si conferma la crescita del numero delle imprese con un tasso di variazione positivo pari al +0,68%.

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Andamento nell'ultimo trimestre
Nel quarto trimestre 2016 il saldo tra iscrizioni e cessazioni in provincia di Ravenna è risultato di 621 unità, corrispondente ad un tasso di crescita trimestrale negativo pari al -1,54%. Confrontando il quarto trimestre 2016 con i corrispondenti trimestri degli anni precedenti emerge una diminuzione del numero delle iscrizioni (-127 rispetto al 2015) e un già spiegato aumento del numero delle cancellazioni (+488). Anche a livello regionale il tasso di variazione registrato su base trimestrale è negativo, pari al -0,47%; mentre a livello nazionale il tasso risulta stazionario.

Forma giuridica - Al 31 dicembre rispetto alla stessa data del 2015, risultano in crescita solo i consorzi (+4 unità, pari al +3,8%) e le altre forme societarie (+10 unità, +2,7%).  All’opposto risultano in flessione le società di capitale, -242 unità (-3,1%), le società di persone (-346, -3,7%), le ditte individuali (-216, -1,0%) e le cooperative (-4, -0,7%). La cancellazione delle imprese fallite prima del 2006 ha coinvolto numerose società di capitale, così anche questa tipologia di impresa, sempre in crescita negli ultimi trimestri, ha subito una flessione. Le ditte individuali rappresentano la maggioranza delle imprese iscritte e il loro peso sul totale delle imprese è tornato a crescere raggiungendo il 55,6%, mentre è  diminuito il peso delle società di capitale, sceso dal 19,5% di fine 2015 al 19,3%, e delle società di persone passate dal 22,9% al 22,4%.

Settori produttivi
Rispetto al 31 dicembre 2015 l’unico settore in crescita è quello del credito e assicurazione nel quale si registrano 11 imprese in più, in flessione tutti gli altri settori (+1,6%). In termini assoluti il settore più sofferente è quello del commercio che perde 265 esercizi (pari al -3,0%), seguito dal settore industriale (-134 industrie, -3,9%), da quello edile (-122 imprese, -2,0%) e da quello agricolo (-120 unità). In diminuzione anche il numero di imprese nel settore turistico (-58 unità, -1,7%), del trasporto e magazzinaggio (-46, -3,3%), e in misura minore nei settori dei servizi all’impresa (-13 unità) e alla persona  (-10 unità). Le attività commerciali che hanno subito le maggiori perdite sono quelle del commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento (-30 esercizi specializzati, -24 attività ambulanti) e i piccoli negozi di alimentari vari (-22). I settori manifatturieri più colpiti sono quelli della fabbricazione di prodotti in metallo (-39 unità, -5,0%), di articoli in pelle (-22 unità, -20,4%), di macchinari (-19 unità, -6,5%) e quello tessile (-10, -4,2%).

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Territorio
Negli ultimi dodici mesi, tutti i territori della provincia registrano una flessione, più accentuata nell’area della Bassa Romagna (-247 imprese, pari al -2,4%),  più contenuta in termini relativi nell’area di Ravenna (-377 unità, -1,8%) e della Romagna faentina (-170 unità, -1,9%). Nel comprensorio di Ravenna, che raccoglie oltre la metà delle imprese provinciali, la diminuzione interessa principalmente il comune di Ravenna che perde 352 imprese (-2,2%), più leggermente il comune di Cervia che perde 16 unità (-0,4%). Tra i comuni della Bassa Romagna, che rappresentano in termini di imprese il 25,4%, quello di Lugo ha visto una riduzione di 87 unità (-2,4%). Tra i comuni della Romagna Faentina, che pesano complessivamente per il 22,3%, quello di Faenza ha mostrato una flessione di 108 imprese (-1,8%). Tra le tre aree considerate, ancora una volta è l'area del lughese quella interessata dalla contrazione più importante. Imprese artigiane Al 31 dicembre le imprese artigiane registrate sono 10.674, 103 in meno nel confronto con il dicembre 2015, pari ad una diminuzione percentuale dell'1,0%.

Essendo più contenuta la flessione registrata dalle imprese artigiane rispetto a quella delle imprese complessive, il peso dell’artigianato nella nostra provincia è cresciuto rispetto alla fine del 2015 e si è portato al 26,9%, inferiore a quello osservato in regione 28,3% ma superiore al peso registrato a livello nazionale 22,1%. Nel dettaglio le imprese artigiane rappresentano oltre i tre quarti delle imprese provinciali nel settore delle costruzioni (77,5%), circa i due terzi (65,0%) nel settore dei trasporti, oltre la metà nel settore manifatturiero (58,6%) e dei servizi alla persona (51,5%). Al suo interno il settore è prevalentemente composto da imprese che operano nelle costruzioni, 4.542 pari al 42,6% del totale delle imprese artigiane. Seguono l'industria con 1.957 (18,3%), i servizi alla persona con 1.496 (14,0%) e il trasporto e spedizioni con 889 (8,4%). Tutti i settori mostrano un saldo negativo negli ultimi dodici mesi ad eccezione dei settori dei servizi all’impresa che cresce di 7 unità (+1,2%) e alla persona, +4 unità (+0,3%). Diminuisce di 57 unità il settore edile  (-1,2%), di 21 il manifatturiero (-1,1%), di 18 quello dei trasporti (-2,0%), di 12 quello del commercio (-2,1%), di 4 l’agricolo (-5,9%) e infine di 2 il turistico (-4,4%).

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Imprese femminili
Al 31 dicembre le imprese femminili della nostra provincia sono risultate 8.170 in diminuzione di 79 unità rispetto alla stessa data dello scorso anno. Le imprese femminili rappresentano il 20,6% del totale delle imprese provinciali. Il loro peso è leggermente cresciuto rispetto alla fine del 2015 mantenendosi inferiore alla media nazionale (21,8%) e di poco superiore a quella regionale (20,4%). I settori di attività nei quali la componente femminile è più marcata sono quelli degli altri servizi (il 43% delle imprese appartenenti al settore degli altri servizi è  guidata prevalentemente da donne), del turismo (32,6%) e del commercio (25,9%).

Le imprese femminili ravennati appartengono per la maggior parte ai settori del commercio. Sono 2.190 le imprese commerciali femminili, pari al 26,8% del totale delle imprese femminili. Seguono l’agricoltura, 1.208 (14,8%), i servizi alla persona, 1.249 (15,3%) e il turismo, 1.116 (13,7%). Negli ultimi dodici mesi il numero di imprese femminili è diminuito di 50 unità nel settore commerciale (-2,2%), di 29 unità in quello agricolo (-2,3%) e turistico (-2,5%), di 13 nel comparto edile (-4,9%). All’opposto è aumentato di 29 unità (+2,8%) nel settore dei servizi all'impresa, di 9 unità (+0,7%) nei servizi alla persona (+0,7%) e di 6 nel credito e assicurazione (+3,9%).

Imprese straniere
Anche in questa fase si conferma positivo il saldo delle imprese con titolare straniero o a maggioranza dei soci straniera. Al 31 dicembre 2016 sono iscritte 4.319 imprese straniere nel Registro imprese di Ravenna: 96 in più rispetto alla stessa data dello scorso anno (+2,3%).  La percentuale di imprese straniere sul totale è in crescita continua ed ha raggiunto il 10,9%, allineandosi alla media regionale e mantenendosi più elevata di quella nazionale (9,4%). I settori di attività nei quali la quota di imprenditoria straniera è più rilevante sono quelli delle costruzioni (28,5%), del commercio (17,0%) e del turismo (9,8%).  Le imprese straniere ravennati appartengono prevalentemente ai settori delle costruzioni dove, con 1.671 unità, rappresentano il 38,7% del totale. Seguono il commercio, con 1.435 (33,2%) e ben distanziati gli altri settori, tra cui quello del turismo con 336 unità (7,8%). Rispetto al 31 dicembre 2015, tutti i settori risultano in crescita. In particolare, si registrano 34 esercizi commerciali in più (+2,4%), 25 attività turistiche in più (+8,0%), 18 imprese di servizio alla persona in più (+12,8%).

Imprese giovanili
Al 31 dicembre, sono 2.919 le imprese giovanili registrate a Ravenna. Negli ultimi 12 mesi il loro numero ha subito una flessione di 54 unità pari al -1,8% rispetto alla stessa data dell’anno precedente, il che si giustifica principalmente con la perdita dei requisiti per la  definizione di “giovanile” ovvero il superamento della soglia dei 35 anni da parte di soci e titolari. Infatti il saldo tra iscrizioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi è positivo pari a +301 unità.  A Ravenna le imprese giovanili rappresentano il 7,4% del totale delle imprese, in Emilia Romagna il 7,7% e in Italia il 10,0%.  Solo nel settore del credito e assicurazioni il loro peso supera il 10%, di poco inferiore nel settore delle  costruzioni (9,9%). Le imprese giovanili provinciali appartengono prevalentemente ai settori del commercio. Sono 817 le imprese commerciali giovanili (il 28,0% del totale delle imprese giovanili), 613 quelle edili (21,0%) e 344 quelle turistiche (11,8%). Al 31 dicembre, rispetto all’anno precedente, risultano in  crescita nel settore dell'agricoltura (+11 unità, +5,8%),  dei trasporti (+9 unità, pari al +18,4%) e dei servizi all’impresa (+6 unità, +2,3%) e alla persona (+5, +2,0%).  All'opposto mostrano una flessione le imprese giovanili presenti nel settore delle costruzioni (-42 unità, -6,4%), el turismo (-30 attività, -8,0%), dell’industria (-5 unità, -3,4%) e del commercio (-1 unità, -0,1%).


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