Economia

Crisi, Cna Cervia: "Costo degli affitti grava sulle imprese"

"Per sostenere la liquidità delle imprese, in questo momento, occorre sicuramente intervenire sul sistema bancario e rafforzare gli strumenti di garanzia del credito messi in campo dalle associazioni"

"In un periodo così difficile per l’economia quale è quello attuale uno dei principali problemi delle imprese - siano esse artigiane, commerciali, di ristorazione o altro - è costituito dal costo degli affitti. Il calo dei consumi sta comportando una crisi di redditività per le aziende che non sono in grado di sopportare canoni di locazione non in linea con i reali valori delle rendite immobiliari". E' quanto sottolinea la Direzione della CNA di Cervia.

"Le imprese sono costrette a ridimensionarsi, a trasferirsi e a chiudere, le città si impoveriscono mettendo in difficoltà i centri commerciali naturali, veri attrattori della vita delle città - evidenzia l'associazione -. E’ importante, quindi, che si usino gli strumenti della fiscalità locale per incentivare gli affitti a canone concordato e premiare quei locatari che rivedono al ribasso i canoni, riconoscendo le difficoltà delle imprese; è necessario, insomma, combattere la pura e semplice speculazione che in questo contesto economico impoverisce il tessuto economico e impedisce qualsiasi forma di ripresa".

"In questo momento di crisi di liquidità ma di costi esorbitanti rispetto alla redditività delle imprese, diventa importante poter contare su tempi di pagamento certi, a partire dalle Pubbliche Amministrazioni, per permettere al nostro sistema di imprese di allinearsi al sistema europeo: e le direttive europee sono chiare in questo senso - continua Cna Cervia -. Non si può più chiedere alle imprese di farsi finanziatrici di altre imprese, sostituendosi al sistema bancario, ognuno deve fare il suo mestiere e non può essere che, chi detiene potere contrattuale, strangoli le piccole imprese e detti le leggi di mercato a suo favore".

Per l'associazione "è sempre difficile imporre delle regole dall’alto che vadano bene per un sistema di imprese estremamente variegato e diversificato come il nostro, ma occorre coglierne i princìpi ispiratori di fondo. Risulta stonata, infatti, la critica di chi - di fronte a incassi certi e in tempi rapidi - pretende di pagare i propri fornitori a 90/120 giorni, se non oltre. La nuova normativa emanata dal Governo che impone in maniera tassativa pagamenti a 30/60 giorni, rischia di creare appesantimento burocratico, nuova e non prevista esposizione finanziaria nell’immediato e regole più severe rispetto a quello che è il contesto delle regole europee".

Proprio per intervenire su questi aspetti, la CNA, in sede nazionale, "ha chiesto modifiche del regolamento attuativo per sburocratizzare al massimo gli adempimenti e la proroga della messa a regime della nuova norma, spesso però in perfetta solitudine, o quasi, rispetto al resto del mondo della rappresentanza imprenditoriale. Per sostenere la liquidità delle imprese, in questo momento, occorre sicuramente intervenire sul sistema bancario e rafforzare gli strumenti di garanzia del credito messi in campo dalle associazioni, unico strumento in grado di dare sostegno e potere contrattuale alle imprese nei confronti delle banche".


Si parla di