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"Dante nella scuola e dintorni” e “L’inferno indolore” a Dante2021

Giovedì 15 settembre, nel cuore della Ravenna dantesca, presso gli Antichi Chiostri Francescani, sono in scena i nuovi appuntamenti di DANTE2021.

La seconda giornata del Festival - che giunge quest’anno alla propria sesta edizione, come sempre interamente dedicata al Sommo Poeta - affronta alle 17 il tema concreto e attuale dello studio di Dante nelle scuole (Stefano Salis del “Il Sole 24 Ore” si confronta con Claudio Giunta dell’Università di Trento e Marco Grimaldi della Sapienza), ma vede anche l’inizio dell’opera dello street artist Hopn (Yuri). Infine, alle 21 sempre ai Chiostri, si riflette sul significato di inferno oggi con lo scrittore Francesco Maino, accompagnato da musiche di Stefano Albarello e dalla visual art di Marco Maschietto.  

“A piè del vero il dubbio” (Paradiso IV, v. 131) recita il frammento di verso che quest’anno definisce l’orizzonte di DANTE2021 e illustra la natura della manifestazione ravennate, che trova ragion d’essere nella continua, ininterrotta ricerca e nella celebrazione del dubbio - sulle orme di Dante - non come limite, ma come impulso a nuove domande e quindi nuove prospettive. 
Un festival che si definisce come realtà “in movimento” non può che essere profondamente sensibile al ruolo che Dante e la sua eredità ancora oggi giocano nella formazione, ma anche nella creatività e nei linguaggi artistici: gli appuntamenti di giovedì 15 sono un tributo e una riflessione a questo dialogo ininterrotto con il poeta, che è - dopo tutto - sempre “accanto a noi”.  
 
Alle 17 con “Dante nella scuola e dintorni” due giovani docenti universitari riflettono sui modi in cui Dante è e dovrebbe essere studiato nelle scuole, primo e principale dei momenti di diffusione dell’opera dantesca. Conduce la conversazione su questo tema complesso, su cui non poco pesa la tradizione, Stefano Salis, del Domenicale de "Il Sole 24 Ore". Salis si occupa di editoria, letteratura e musica e ha introdotto le pubblicazioni della collana "I capolavori del Premio Strega" e, sempre per "Il Sole 24 Ore", ha curato i "Breviari" di Gianfranco Ravasi e il volume "Manifesto della cultura". A rappresentare il mondo universitario e condividere la propria esperienza, sono Claudio Giunta e Marco Grimaldi. Claudio Giuntainsegna all’Università di Trento, è curatore delle Rime nell’edizione delle Opere di Dante nei Meridiani Mondadori, autore di un recentissimo manuale-antologia di letteratura italiana dal titolo quanto mai significativo, Cuori intelligenti, e di un libro dedicato al linguaggio del Capo del governo, Essere #matteorenzi, nonché condirettore della “Nuova rivista di letteratura italiana”. Marco Grimaldi insegna invece alla Sapienza di Roma, ha curato anche lui le Rime di Dante in collaborazione con Donato Pirovano per la NECOD (Nuova edizione commentata delle Opere di Dante della Salerno editrice), è redattore della “Rivista di studi danteschi” e collabora con BEdT - Bibliografia Elettronica dei Trovatori. Ci sono tutti gli ingredienti per un confronto serrato e coinvolgente: in fondo tutti ricordano il primo incontro con Dante a scuola e sanno come avrebbero voluto che accadesse. 
 
È invece un incontro inaspettato quello che si realizzerà dal 15 al 17 settembre tra Dante e il post-graffitismo: Hopn (Yuri): sui pedali con “l’alta fantasia” permetterà al pubblico di assistere alla nascita e allo sviluppo di un grande murale per scoprire dove l’ispirazione dantesca può guidare la creatività di Yuri Romagnoli, lo street artist marchigiano - ma con intense esperienze a Parigi - che usa poster, adesivi e vernici per la città eppure non rinuncia al gesto pittorico su tele e pannelli. Sulla rivista “il Piatto”, alla cui realizzazione collabora con Alessandro Di Massimo e Eugenio Migliore, ha pubblicato illustrazioni, rebus e tavole tendenti al fumetto. A Ravenna l’artista avrà a disposizione 15 metri per raffigurare il proprio personalissimo viaggio “a pedali” - la bicicletta è un motivo ricorrente nelle creazioni di Yuri - attraverso i regni ultramondani. 

Alle 21 è la volta di “Inferno indolore”, di e con Francesco Maino, musiche di Stefano Albarello, visual art di Marco Maschietto. Che cos’è oggi l’Inferno? Cosa rimane nel nostro quotidiano della dantesca visione infernale e dei suoi temi drammatici? Per descrivere un tempo che sembra legittimare ogni passione distruttiva e averci reso insensibili all’idea stessa del Male, Francesco Maino (vincitore nel 2013 del Premio Calvino con Cartongesso, Einaudi, ha pubblicato recentemente la raccolta di prose Ratatuja. Parole alla prova) ha scelto quattro canti dell'Inferno di cui reinventa episodi e i personaggi attraverso la realtà contemporanea: in particolare di quel suo Veneto diventato emblema dell’Italia tutta e di ogni altro luogo. Una ‘commedia’ grottesca e violenta dove le antiche invenzioni dantesche si trasfigurano in quel che è diventato qui, ora, ogni giorno il nostro inferno indolore. Accompagnano Maino nella sua linguisticamente dirompente discesa agli inferi gli esemplari video di Marco Maschietto e le musiche - fra antico e contemporaneo - di Stefano Albarello, che dal 1985 si occupa di musica antica, approfondendo la prassi del canto e degli strumenti a pizzico medievali, rinascimentali, barocchi. Albarello ha collaborato alla realizzazione di colonne sonore per il teatro e il cinema, tra cui I Picari di Mario Monicelli.


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