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"A te come te": Ermanna Montanari incarna la parola di Giovanni Testori

Venerdì e sabato (sempre alle 21) nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo la voce di Ermanna Montanari, ultima vincitrice del prestigioso premio Duse, porta in scena ‘A te come te’ su testi di Giovanni Testori. Primo appuntamento della sezione teatro di Ravenna Festival 2014 la lettura scenica – coproduzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro – deSidera Festival - si avvale della regia di Marco Martinelli. L’omicidio di una bambina, un matricidio, la richiesta allo Stato italiano di una legge che difenda le donne dalle violenze: cucendo drammaturgicamente tre editoriali scritti da Giovanni Testori alla fine degli anni Settanta su questi temi, è nato ‘A te come te’, lavoro che si pone lo scopo preciso di ‘portare in scena' la scrittura giornalistica di Testori.

A partire da un’idea suggerita da Gabriele Allevi e Luca Doninelli, Ermanna Montanari e Marco Martinelli hanno rivolto lo sguardo a un Testori poco conosciuto e inedito per la scena, quel Testori che, alla fine degli anni Settanta, prende il posto che era stato di Pasolini sulla terza pagina del ‘Corriere della Sera’. I tre articoli che parlano della violenza sulle donne, sono stati scritti fra il 1979 e il 1980 e l’analogia con i nostri tempi oscuri fa rabbrividire: segno di quanto sia ‘immobile’ il nostro Paese, in questo come in altri settori della vita sociale. Annotava lo stesso Testori in quegli anni: “Non vorremmo che, come va succedendo per altre vergogne e per altri delitti, a furia di parlarne, scriverne e discuterne, senza mai assumere la responsabilità di un gesto, si finisse per diminuirne la gravità, l’irreligiosa e disumana vergogna; si finisse, insomma, per abituare l’uomo a ciò che non è umano. L’abitudine a tutto è uno dei rischi più grandi che l’uomo sta correndo; ad esso sta inducendolo la spinta negativa che vuol ridurlo a ‘cosa’. Ora il punto d’arrivo di questo rischio non potrà essere una nuova coscienza, ma il buio e la notte che s’aprono sulla coscienza eliminata o distrutta.”   

Giovanni Testori, scomparso nel 1993, fa parte di quella importante schiera di scrittori che hanno attraversato il Novecento e i suoi linguaggi, dalla critica d’arte alla pittura, dai racconti e romanzi agli editoriali, dalla drammaturgia alla poesia amorosa o religiosa. Personalità complessa e illuminante, di cui si sente dire in giro: “Intellettuali come quelli non ce ne sono più, capaci di dare scandalo con un articolo”. “Le sue parole ci continuano a esortare – commentano Ermanna Montanari e Marco Martinelli, nelle loro note alla lettura scenica – quello che noi dobbiamo continuare a essere, senza alibi di comodo e senza lamentele da salotto: un combattente deciso a testimoniare la speranza, la speranza-bambina: che un altro mondo è possibile. Con furia e con pazienza, la quale, diceva Testori, ‘è virtù primariamente attiva’, che sa porre la coscienza ‘in uno stato di perpetua allerta’.”


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