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"Buona permanenza al mondo", in scena il commiato di Majakovskij

Venerdì 23 ottobre, ore 21, al Teatro Rasi la compagnia Menoventi porta in scena "Buona permanenza al mondo".

“Buona permanenza al mondo” è la sardonica e coinvolgente conclusione del biglietto di commiato che Majakovskij dedica “a tutti”. BPM – oltre a esserne l’acronimo – ne è la misura, la pulsazione, è il battito di un uomo ridotto a una “appendice cardiaca”, è la cadenza di un poeta che “è tutto cuore, romba dappertutto”. Lo spettacolo è in collaborazione con la nona edizione di Fèsta, il festival delle arti performative contemporanee organizzato da E Production a Ravenna, in programma dal 15 ottobre al 1 dicembre 2020.

BPM è un collage polifonico, una mise en éspace che restituisce lo stato della ricerca di Menoventi sulla figura di Majakovskij, un percorso triennale che si concluderà nel 2021 con il debutto de Il defunto odiava i pettegolezzi, tratto dall’omonimo romanzo di Serena Vitale.

Raccontare le ultime pulsazioni di Majakovskij significa raccontare la fine di una generazione straordinaria, narrare la rapida parabola di un manipolo di ragazzi che si riunirono sotto il vessillo della Rivoluzione d’Ottobre, trasformarono radicalmente il modo di concepire le rispettive discipline e, soffocati dalla deriva autoritaria dell’utopia inseguita, terminarono con violenza la produzione artistica o la vita stessa. Seguendo le tracce di Mejerchol’d e dello stesso Majakovskij, Menoventi restituisce questa vicenda alternando la fattografia alla finzione, contaminando il Realismo con le figure fantastiche generate dall’attuazione della metafora, procedimento caro all’autore sovietico. Testimonianze e documenti vengono amalgamati dalla Donna Fosforescente, metafora incarnata a cui spetta la conduzione della polifonia di voci. Questa donna del futuro, ultima fantasia teatrale di Majakovskij, ci guiderà nei meandri di un tempo capriccioso e mutevole; sedotto dai miti della reincarnazione e del viaggio nel tempo, Majakovskij demandò la propria felicità e la propria vita a un mondo ancora a venire. Questo indica forse una resa, la rinuncia a cambiare il proprio mondo per abbandonarsi all’abbraccio dei «compagni posteri», per cercare asilo tra gli «spettabili discendenti». Noi siamo i budetljane, gli uomini del futuro. Ascoltiamo le sue parole, le ha scritte proprio per noi.

In scena: Consuelo Battiston, Tamara Balducci, Leonardo Bianconi, Federica Garavaglia e Mauro Milone.

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