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Il folk avvolgente dei Widowspeak sul palco del Bronson

Foto ufficio stampa

Widowspeak sono la cantautrice Molly Hamilton e il chitarrista Robert Earl Thomas, un progetto perennemente ancorato ad arrangiamenti caldi ed espansivi, riferimenti al dream pop anni ’90, alla psichedelia degli anni ’60 e a una certa incrollabile Pacific-Northwestness. “The Jacket” è il loro sesto album in studio. Il loro percorso affonda le radici nel sound folk contemporaneo, lasciando forti emozioni e un senso di libertà unico. La cantante Molly Hamilton, insieme al suo compagno di viaggio, il chitarrista Robert Earl Thomas, disegna un mosaico audace con uno stile riconoscibile che culla dolcemente l’ascoltatore, in giornate intense nella vita quotidiana di tutti i giorni.
In apertura, Camille Camille, cantautrice belga di base a Lipsia, in Germania. Le piace chiamare la sua musica malinconica e rilassante, ispirata dalla natura, dai sogni, dall’autoriflessione, dalle relazioni umane e dall’aspetto in continua evoluzione delle cose.

Scritto nei mesi precedenti e successivi all'uscita del loro quinto album “Plum”, acclamato dalla critica, il nuovo “The Jacket” rappresenta un momento di svolta per il duo composto dalla cantautrice Molly Hamilton e dal chitarrista Robert Earl Thomas. Dal punto di vista tematico, considera le domande più ampie di “Plum” sul valore attribuito al proprio tempo e al proprio lavoro attraverso la lente più raffinata della performance e del fare musica. Ciò è dovuto in parte al recente ritorno della band a New York City, luogo della loro stessa storia d'origine, dove hanno registrato “The Jacket” al Diamond Mine con il co-produttore e noto affiliato della Daptone Records Homer Steinweiss. Oltre a Hamilton e Thomas alle chitarre, l'album vede la partecipazione del batterista fondatore Michael Stasiak, di J.D. Sumner al basso e di Michael Hess al pianoforte e alle tastiere.
Le reunion fanno sempre riflettere, e Hamilton ammette che gran parte del concetto tematico abbandonato è ancora intrinsecamente vero, legato alle esperienze formative dei primi anni della band con l'osservazione rimossa. Brani come "While You Wait", "Sleeper", "Slow Dance" tracciano l'ascesa e il declino di un gruppo dalle tinte western dalla prospettiva di un narratore inaffidabile, tra la frattura delle relazioni personali e il cambiamento delle aspettative. Alcune canzoni parlano del processo di superamento del passato ("Unwind", "Salt"), mentre altre si soffermano sul rimpianto ("True Blue", "Forget It"). Il brano che dà titolo all'album prende in considerazione i costumi letterali e figurativi con cui vestiamo le nostre personalità: impregnati di significato e di senso del tempo e del luogo, diventano così rappresentativi di chi pensiamo di essere prima di essere lasciati alle spalle. Altrove, i Widowspeak mettono in discussione i concetti stessi di performance e ambizione ("Everything is Simple", "The Drive"), soppesando l'incessante rotolare di una pietra contro il valore di far crescere solo un po' di muschio. Gli spazi simbolici del lavoro, della musica e della vita notturna sono visti attraverso la foschia della rievocazione delle proprie leggende sconosciute.
Dal punto di vista sonoro, The Jacket trova la band al suo solito e meglio: l'album respira profondamente, bilanciando momenti di aperta rigogliosità con un approccio diretto, da Velvets. Le dinamiche si spostano senza soluzione di continuità tra dolci ballate e jam twangy, costruite da chitarre stratificate, percussioni polverose e linee di basso ambigue. Altrove: flauti stravaganti, tessiture corali e organi da cantina. La chitarra di Thomas è lirica ed emotiva come non mai, e la voce di Hamilton: confortevole e senza sforzo. Questa dinamica senza soluzione di continuità è amplificata perfettamente nel mix da Chris Coady (Yeah Yeah Yeahs, Beach House). La band porta ancora le stesse influenze perenni sulla manica: pietre miliari come Yo La Tengo, Neil Young, Cowboy Junkies, Cat Power e Richard e Linda Thompson. Essi, con sapienza, aggiungono slow-core, dream-pop, indie del Pacifico nord-occidentale e country fuorilegge, dando vita a un'estetica anni '60-meeting anni '90. Ma il duo utilizza anche il proprio ciclo di feedback estetico come uno strumento a sé stante, un modo per raccontare meglio le storie a più livelli nel proprio linguaggio RIYL. Questo senso di nostalgia sonora aggiunge un altro strato ai testi che riflettono su vecchi sé, inventati e veri. The Jacket è un disco presente e confortevole, pervaso da un senso di pausa collettiva e dalla disinvoltura di una band al top della forma. Per tutte le sue strutture familiari, si sente ancora del tutto fresco all'interno di quel canone: orgogliosamente un disco di chitarra, un disco rock, un disco di cantautori. Un disco dei Widowspeak.

Widowspeak
+ Camille Camille

martedì 13 dicembre 2022

BRONSON
Via Cella 50, Madonna dell’Albero (Ravenna)
Inizio ore 22

Ingresso 13 € + dp, 15 € alla porta. Prevendite disponibili su DICE al link: https://link.dice.fm/q7403bcd84d8

Bronson Produzioni – Info: 333 2097141
www.bronsonproduzioni.com


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