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L'ippogrifo tra decadentismo e simbolismo: la Madama Butterfly e Turandot

Il ciclo di conversazioni L’ippogrifo in cielo e l’aratro in terra raggiunge l’alba del Novecento, ovvero l’epoca di Debussy, Ravel, Puccini, Schönberg, Britten. Cicerone sempre Guido Barbieri: al musicologo, divulgatore e voce di Radio 3 è infatti stato affidato il compito di guidare il pubblico alla scoperta delle figure del Mito e della Storia nel teatro musicale, in occasione (e in parallelo) alla Stagione 2017/18 del Teatro Alighieri. Sabato 17 febbraio (ore 10.30) il quarto dei cinque incontri - tutti a ingresso gratuito presso la Sala Muratori della Biblioteca Classense - è dedicato al mito dell’Altrove nell’opera di inizio secolo, attraverso le figure di Mélisande, Pierrot, Minnie e Turandot.

L’avvento di due travolgenti rivoluzioni estetiche come il decadentismo e il simbolismo incrina e poi sconvolge il canone del “realismo” sul quale si era retto fino a quel momento il dramma musicale borghese. E fa nuovamente riaffiorare la dimensione del Mito. Ma il mito per eccellenza del Novecento non è più incarnato da figure antropomorfe: è un mito immateriale, inafferrabile, sfuggente: è il mito dell’Altrove. Ed ecco che allora lungo il crinale sottilissimo che divide i due secoli si disegnano i colori, le luci, le presenze e soprattutto le assenze di una irraggiungibile lontananza: la Mélisande di Debussy, la Butterfly, la Turandot e la Minnie di Puccini, l’Enfant di Ravel, il Pierrot di Schönberg, il Soldat di Stravinskij si muovono verso di noi da universi fantastici e immaginari: un Oriente esotico e visionario, il Nuovo Mondo, il regno delle favole, il dominio dell’innocenza, oppure – come nel capolavoro teatrale di Debussy – un altrove senza tempo e senza luogo.

Il quinto e ultimo incontro con Guido Barbieri - sabato 3 marzo - concluderà invece il viaggio in compagnia di Lady Macbeth, Wozzeck, Oedipus e il Re di Atlantide, per esplorare I cristalli del Mito e gli stivali della Storia nelle creazioni di Šostakovič, Prokof’ev, Stravinskij, Janáček e Ullmann.


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