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Istituzioni, associazioni e volontariato: la ricetta anticrisi del Museo del Risorgimento faentino

Il vicesindaco Massimo Isola tira le somme del Museo del Risorgimento manfredo e mette al varo una nuova ricetta anticrisi: il Comune e la biblioteca al centro delle future attività, ma anche tanto impegno da parte dei volontari

Tempo di bilanci per il Museo del Risorgimento e dell'età contemporanea. Bilanci per programmare in prospettiva, con la consapevolezza delle grandi difficoltà con cui oggi devono fare i conti la gestione e la progettazione delle attività museali.

Ed ecco che, a fronte della soddisfazione per i risultati raggiunti (visite più che raddoppiate, dalle 1141 del 2015 alle 2434 del 2016) che si devono alle aperture straordinarie in occasione di eventi dal successo popolare (come Argillà, solo per citarne una), o a nuove iniziative che hanno coinvolto le scuole del territorio - come l'apertura della sezione sulla Prima Guerra Mondiale, che ha permesso ai ragazzi dell'alternanza scuola-lavoro di realizzare visite guidate e coinvolgere un nuovo pubblico di appassionati al tema - anche a Faenza di devono fare i conti con le incertezze di un futuro sempre più segnato dalla carenza di risorse per la cultura.

Massimo Isola, vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Faenza ci ha spiegato quali decisioni sono state prese per incrementare le attività e rinforzarne la promozione, senza incorrere in aggravi di spesa:

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"Innanzitutto abbiamo aggiornato la convenzione con l'Associazione Museo del Risorgimento, il cui nuovo presidente è Alfonso Toschi, succeduto al compianto Luigi Lotti, che unisce appassionati e professionisti della cultura. Una doppia componente che dà garanzie di qualità, se si vuole coinvolgere il volontariato senza incorrere nel rischio di banalizzare i contenuti prodotti. Abbiamo già un esempio virtuoso in tal senso, il Museo Malmerendi di storia naturale che, interamente gestito da associazioni volontarie di ambito naturalistico, rappresenta un caso estremo di questa filosofia, che però ha ugualmente funzionato bene. Per il Museo del Risorgimento è stata adottata una soluzione intermedia: la regia resta all'interno del Comune - in particolare della Biblioteca - mentre alle forze del volontariato è affidata la produzione di contenuti come presentazioni di libri, rafforzamento dei rapporti con la scuola, organizzazione di eventi per l'anniversario della Grande Guerra. A questo fine è stata creata una nuova squadra, incaricando anche come collaboratore volontario l'ex caposervizio per la cultura del Comune: Aldo Ghetti che ricoprirà la carica di conservatore del Museo. Insomma, abbiamo "ricostruito la macchina" alla luce delle nuove congenti responsabilità, che ci impongono di affrontare la nuova centralità del tema della nazione alla luce di quanto sta accadendo nel mondo.

Guardando al futuro, sono allo studio anche un piano di ampliamento del Museo con esposizioni permanenti e temporanee, un progetto di valorizzazione dei reperti esposti e di quelli in deposito e una digitalizzazione dei documenti da rendere disponibili on line anche sul sito della Biblioteca Digitale Faentina.
Inoltre, in linea con altri musei italiani, da febbraio verranno proposte visite guidate la prima domenica del mese e su prenotazione nel weekend e percorsi didattici tematici per le scuole primarie e secondarie su prenotazione a cura di Chiara Cenni, volontaria del Servizio Civile che, nell'ambito del progetto “Musei in rete” si occuperà della promozione del Museo e degli eventi ad esso collegati. 


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