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“L’emancipazione femminile attraverso i Giochi Olimpici”, una mostra sulla rivoluzione sociale

La partecipazione delle donne alle Olimpiadi, il loro impegno agonistico e non solo, ha contribuito all’affrancamento sociale nella disparità con gli uomini. Lo sport era ritenuto l’antitesi della femminilità e solo dopo la Seconda guerra mondiale si è assistito ad una crescente presenza delle donne, anche a livello olimpico, che ha determinato uno sviluppo dell’attività sportiva e ha segnato un importante momento di emancipazione.

Questo lungo percorso è descritto nella mostra “L’emancipazione femminile vista attraverso i Giochi Olimpici”, che sarà allestita a Palazzo Rasponi dalle Teste, in piazza Kennedy dal 27 novembre al 2 dicembre. Una mostra itinerante che il Panathlon International ha realizzato sostenendo il grande lavoro svolto dalla professoressa Adriana Balzarini, docente di educazione fisica e che ha alle spalle un lungo impegno sociale e amministrativo, in particolare nelle tematiche del volontariato e della disabilità. Il Panthlon di Ravenna, in collaborazione con il Coni Point e il patrocinio del Comune di Ravenna - assessorato allo Sport, organizza l’esposizione che sarà inaugurata martedì 27 novembre alle 10. 

“Nel percorso dell'emancipazione della donna lo sport ha rappresentato un tassello importante – ha affermato l’assessore allo Sport Roberto Fagnani - perché le atlete, prima che in altri settori, sono riuscite ad esprimersi pienamente. Non bisogna dimenticare tutto quello che si è riuscito a conquistare, ma, soprattutto oggi davanti a fenomeni di discriminazione e violenza sulle donne, occorre difendere ciò che si è ottenuto e impegnarsi per raggiungere nuovi obiettivi verso la parità. Lo sport socialmente ha già acquisito ciò che in altri ambiti ancora non avviene: non esistono le quote rose e spesso le donne hanno raggiunto risultati migliori degli uomini in diverse discipline. Le Olimpiadi, inoltre, hanno sempre portato con sé un forte legame con gli avvenimenti socio-culturali e politici del mondo e, proprio per questo, la mostra è un importante strumento di divulgazione”.

L’obiettivo è di far conoscere il lungo cammino per il riscatto sociale e culturale che con fatica, costanza, passione, impegno e talvolta con ribellione nei confronti delle regole, tante donne hanno combattuto e vinto nel mondo dello sport, in particolare in quello olimpico.

Il “viaggio storico”, compiuto attraverso questa rassegna di immagini e annotazioni, mostra che tutti i risultati ottenuti (in questo caso quelli sportivi) sono frutto di un impegno sportivo-sociale. Tale impegno val la pena venga portato a conoscenza delle giovani generazioni, attraverso questo progetto che si sviluppa in 54 pannelli che raccontano la storia delle donne ai Giochi Olimpici, con una sezione dedicata alle Olimpiadi invernali, per le quali ci sono 19 pannelli, e una a quelle estive, con altri 35 pannelli. Si inizia con cenni sui Giochi Olimpici antichi per poi approfondire i Giochi Moderni, partendo da due pensieri contrapposti: quello dell’ideatore dei Giochi Olimpici moderni Pierre De Coubertin e quello del grande giornalista italiano Candido Cannavò. Il primo contrario alla partecipazione delle donne e il secondo convinto che la donna nello sport sia una sana rivoluzione.

De Coubertin permise, a titolo sperimentale, tra le gare della IV edizione svoltasi a Londra nel 1908, quattro prove di pattinaggio artistico. Le prime donne, quindi, a far parte di questa sperimentazione furono la britannica Madge Syers e Anna Hublerin, in coppia con Heinrich Burger. Fu solo l’inizio e nei pannelli non vengono semplicemente mostrate donne che con la loro tenacia e passione hanno fatto grande lo sport in ambito femminile, ma rappresentano un’intrigante “piattaforma per lo studio della storia”. Proprio su questo aspetto sono stati guidati gli studenti del Liceo Scientifico a prepararsi per diventare i ciceroni dei visitatori, nel progetto di alternanza scuola-lavoro.

La mostra è visitabile gratuitamente nei seguenti orari: martedì 27 novembre, giovedì 29 novembre, sabato 1 dicembre dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 18 nelle altre giornate dalle 15 alle 18.


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