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L'Opera riparte da "Roméo et Juliette". Ravenna e Fiume raccontano la grande storia d'amore

“L'arte drammatica è un'arte da ritrattista,” scriveva Charles Gounod, figura chiave della nuova opera francese della seconda metà del XIX secolo e compositore del Roméo et Juliette da cui riparte la Stagione d’Opera: venerdì 18, alle 20.30, e domenica 20 gennaio, alle 15.30, il Teatro Alighieri ne ospiterà il nuovissimo allestimento coprodotto con il Teatro Nazionale Croato Ivan pl. Zajc, a pochi giorni dal debutto a Rijeka-Fiume. 

Il ritratto di Gounod dei celeberrimi innamorati di Verona, su libretto di Jules Barbier e Michel Carré, vedrà il ravennate Paolo Olmi alla direzione di Orchestra e Coro del Teatro di Rijeka, mentre la regia è firmata da Marin Blažević, direttore dello stesso Teatro.

Accolta con entusiasmo fin dal debutto, nel 1867 al Théâtre-Lyrique di Parigi, Roméo et Juliette è stata forse meno eseguita in Italia rispetto all’estero e riscoperta nel nostro Paese solo in anni più recenti. Se l’impianto privilegia la passione amorosa piuttosto che la rivalità fra famiglie, è evidente che l’autentico antagonista è la società, con quei suoi “sterili doveri-feticcio” contro cui si scaglia Gounod nelle proprie memorie e contro i quali intendeva promuovere un “più elevato senso del bello sulla scena francese”, progetto di cui quest’opera in cinque atti rappresenta un indiscusso vertice. Roméo et Juliette riflette infatti una nuova concezione del dramma musicale come specchio della réalité vivante, quindi della fisionomia ed evoluzione psicologica dei personaggi: piuttosto che le convenzioni teatrali e le rigide strutture formali del dramma è la dimensione interiore dei protagonisti a rappresentare il cuore dell’opera.

Nei ruoli protagonisti il soprano lituano Margarita Levchuk e il tenore spagnolo Jesús Álvarez. Frate Lorenzo è Eugeniy Stanimirov, mentre nel ruolo di Mercuzio si alternano Michael Wilmering (18) e Beomseok Choi (20). Nei panni del paggio Stéphano, personaggio introdotto secondo la consuetudine francese che prevedeva l’esecuzione di un brano solistico per l’adolescente en travesti, Ivana Srbljan. Dario Bercich è il conte Capuleti, Tebaldo è Marko Fortunato e la nutrice Sofija Cingula. Choi (18) e Wilmering (20) sono anche il Conte Paride, Ivan Šimaović è Grégorio, Sergej Kiselev Benvolio, Luka Ortar il Duca di Verona, Saša Matovina Frate Jean.  

Opera il lingua originale con sovratitoli in italiano.


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