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La Grande Guerra negli scatti del tenente colonnello Pezzi Siboni

Sabato 3 novembre alle 10 a Lugo, nelle Pescherie della Rocca estense, saranno presentati i due volumi che compongono la raccolta fotografica del tenente colonnello Pietro Pezzi-Siboni. Si tratta di un documento inedito della Grande Guerra sul fronte italo-austriaco, a cui è affiancata la relativa mostra fotografico-documentaria.

Le due pubblicazioni insieme permettono di ripercorrere il primo conflitto mondiale sull’intero fronte italo-austriaco attraverso gli album inediti di Siboni, dando rilevanza a immagini rare e particolarmente significative.

Nato a Russi (Ra) nel 1874, militare di carriera nell’arma di cavalleria, Pezzi-Siboni fu volontario nella guerra italo-turca del 1911-’12 e prese parte alla Prima guerra mondiale dapprima quale ufficiale di collegamento del II Corpo d’Armata nei settori Plava-Isonzo (fronte isontino) e Val Brenta-Val Cismon (fronte trentino), poi nel 1917 come comandante di un gruppo di squadroni di “Cavalleggeri di Udine”, quindi nel ’18 di un gruppo di “Cavalleggeri di Caserta” e infine dei “Cavalleggeri di Aquila”, che guidò nell’ultimissimo fatto d’arme italiano, il giorno stesso dell’armistizio (4 novembre 1918). Decorato con Medaglia d’argento al valor militare, conferita sul campo dal duca d’Aosta, fu congedato nel 1935 con il grado di generale di brigata. Ritornato alla natia Russi, si dedicò al riordino dei numerosi cimeli e agli studi. Pubblicò diversi libri e saggi sui reparti di cavalleria (Le glorie dei cavalieri d'Italia, La cavalleria nella campagna di Guerra per l’Indipendenza d’Italia nel 1848), occupandosi altresì di storia locale (Russi di Romagna - villa castello e città), con particolare attenzione alla scoperta della villa romana di Russi, contribuendo in modo decisivo alla sua valorizzazione. Morì nella sua città natale nel 1965.

Gli album documentali furono composti nel primo dopoguerra da Siboni stesso, seguendo un ordinamento tematico e cronologico. La maggior parte delle fotografie recano didascalie autografe ricche di informazioni dettagliate: luogo, data, nomi di persone, unità militari e fatti d’arme. L’esperienza bellica di Siboni s’intreccia quindi con i principali eventi della Prima guerra mondiale e le sue foto mostrano anche aspetti cruenti del conflitto, normalmente censurati dai servizi fotografici ufficiali. Ne sono esempio gli scatti raccapriccianti dei caduti italiani in seguito al primo attacco con i gas asfissianti del giugno 1916, il campo per i prigionieri austro-ungarici di Bagnaria Arsa, i primi cimiteri militari italiani o austriaci - oggi rimossi - che costellavano le retrovie, le condizioni di vita dei civili e degli sfollati. In quanto ufficiale di collegamento tra i vari comandi d’Armata, Pezzi-Siboni si poteva spostare lungo ampi settori del fronte documentando egli stesso, con la macchina fotografica, ciò che vedeva. Diversi suoi scatti, in ragione della loro rilevanza militare, sono stati versati negli archivi dello Stato Maggiore dell’Esercito, anche se risultano essere privi delle didascalie dettagliate che compaiono invece nei volumi ora pubblicati.
L’intero progetto, che ha già ottenuto la concessione del logo ufficiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri per le Commemorazioni del Centenario della Prima guerra mondiale, è a cura di Marco Serena e Serena Sandri. Marco Serena, laureato in Storia contemporanea all’Università di Bologna, lavora da 16 anni all’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia (con sede ad Alfonsine) e ha scritto o curato diverse pubblicazioni di carattere storico-militare. Serena Sandri è laureata in Conservazione dei beni culturali all’Università di Bologna, lavora da 13 anni all’Istituto storico e ha scritto o curato diverse pubblicazioni di carattere storico-artistico e fotografico.

La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile fino al 18 novembre il giovedì e venerdì dalle 15 alle 18 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. 


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