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Lo splendore di Aleppo: un viaggio tra i canti d’amore e di lode della Siria

Aleppo: simbolo della musica di tutto il Vicino Oriente, città che per secoli ha colpito i viaggiatori per ricchezza culturale e cosmopolitismo; cinque anni sono bastati a ridurla in un cumulo di macerie da cui la popolazione è in gran parte fuggita. Venerdì 15 giugno, ore 21.30, alla Classense, Ravenna Festival la ricorda attraverso i canti d’amore e di lode delle comunità siro-cristiana, armena, musulmana e giudica. 

In scena quattro musicisti siriani - il controtenore Razek-François Bitar, il violinista Salim Saroueh, il suonatore di out Nabil Hilaneh e il percussionista Georges Saade - guidati dal musicologo Paolo Scarnecchia. Un appuntamento che è un tributo al passato ma anche speranza per il futuro - speranza che la musica trovi, ancora una volta, le ragioni e la forza per tornare a fiorire, quella capacità di resistere alle oppressioni che quest’edizione del Festival celebra nella sezione Il canto ritrovato della cetra. 

Dichiarata dal’Unesco patrimonio dell’umanità nel 1986, Aleppo non aveva eguali per il patrimonio di canti liturgici e devozionali cristiani e delle comunità siriache e armene, ed era nota per la muwashshah, poesia strofica con ritornello di origine medievale, fiorita nelle corti della Spagna musulmana. Lo sa bene Paolo Scarnecchia, che da tempo segue la musica del Vicino Oriente e che nel 2004 presentò a Ravenna Festival il concerto Nella pietra e nel vento dedicato alla musica siriana tra tradizione e innovazione, con l'Ensemble Al-Turath e l’ensemble Abed Azriè.
Oggi, ricorda Scarnecchia, "Aleppo è entrata prepotentemente e tragicamente nelle cronache giornalistiche per la devastazione e le atrocità della guerra, ed è difficile riuscire a immaginare un paesaggio sonoro diverso da quello delle esplosioni delle bombe, dei crolli e delle grida di dolore, dei lamenti dei feriti e del silenzio dei morti".

I protagonisti sono musicisti che ora vivono in diverse città d’Europa: Razek-François Bitar è un controtenore molto attivo nei teatri internazionali, formatosi a Damasco, al Conservatorio di Genova e a quello di Roma. Il violinista Salim Saroueh, nipote di un compositore e suonatore di cetra trapeziodale qanun noto il tutto il mondo arabo, si è formato a Damasco, alla scuola di Jean Ter-Merguerian a Marsiglia e, come studioso di scienze islamiche e scienze politiche, a Berlino. Nabil Hilaneh, suonatore di liuto arabo oud, si è formato all’Accademia di musica di Damasco e con Naseer Shamma; dal 2014 vive a Berlino e tiene concerti in Europa. Georges Saade ha una doppia formazione come pianista e suonatore di tamburi del mondo arabo e ama, nei suoi progetti musicali, lavorare sulle commistioni ritmiche possibili tra tradizioni musicali orientali e occidentali.

Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietto (posto unico non numerato): 20 euro (18 ridotto).
I giovani al festival: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni e universitari, 50% tariffa ridotta


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