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Lo straordinario Chick Corea all'Alighieri

Sarà Chick Corea, una delle star più attese in cartellone, a suonare le ultime note del festival Ravenna Jazz. Col suo piano solo che si terrà domenica 13 maggio al Teatro Alighieri (ore 21) giunge infatti a termine la quarantacinquesima edizione della kermesse jazzistica. Biglietti: intero da 18 a 30 euro, ridotto da 15 a 25.

In attesa di questa serata di gala, dal contenuto musicale imprevedibile come d’abitudine per un artista capace di trasformare ogni sua esibizione in un momento di magico contatto col pubblico, si terrà anche l’ultimo concerto Aperitif. La cantante e pianista Laura Avanzolini rivisiterà celebri canzoni pop in chiave jazzistica presso Il Caffè del Teatro (ore 18:30, ingresso gratuito).

Gli esordi di Chick Corea (nato nel Massachusetts nel 1941) verso la metà degli anni Sessanta non sono affatto trascurabili: suona con Blue Mitchell e nel giro della musica latina con Willie Bobo e Mongo Santamaría. Ma tutto ciò scompare nel raggio accecante di quel che avvenne poi: alla fine degli anni Sessanta Corea entra nel gruppo di Miles Davis, ed è lui il tastierista che sta dietro la svolta elettrica che cambiò il corso del jazz (In a Silent Way, Bitches Brew). Contemporaneamente Corea dà una sterzata alla sua carriera da leader e dopo le arditezze progressiste del gruppo Circle si sintonizza sulla nuova onda del jazz elettrico con una band entrata nel mito: i Return to Forever.

Con il riflusso del jazz rock, genere del quale Corea va annoverato tra i ‘padri fondatori’, si apre un nuovo periodo per il pianista, capace di reinventarsi continuamente e di dar vita a nuove band accolte sempre con l’attenzione dovuta ai grandi eventi. Indimenticabili sono le sue collaborazioni con Gary Burton, Herbie Hancock, Michael Brecker, Miroslav Vitous e Roy Haynes. Poi i decenni a noi più vicini, con le sue memorabili Akoustic Band ed Elektric Band e nuovi sensazionali accostamenti musicali: con Bobby McFerrin, Pat Metheny, Béla Fleck, John McLaughlin e Kenny Garrett, Hiromi, Stefano Bollani…

Nella dimensione del piano solo, Corea lascia emergere la sua vena rapsodica, la ricerca di stimoli insoliti per l’ispirazione musicale (talvolta coinvolgendo il pubblico in prima persona). Ma soprattutto scava nel suo repertorio compositivo.


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