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“Lo Stretto Necessario”, secondo Giacomo Scudellari

Venerdì 27 aprile, al CISIM di Lido Adriano, Giacomo Scudellari presenta - in apertura a Flavio Giurato - il nuovo disco “Lo Stretto Necessario” uscito lo scorso 16 marzo per Brutture Moderne. Con lui sul palco una band formata da Francesco Giampaoli (basso), Luca Guidi (batteria) e Matteo Garattoni (chitarra e cori) (ore 21, contributo soci per la serata € 7).

Giacomo Scudellari è l'esatto contrario del solito cantautore triste e depresso. Anzi: quando sta bene lui scrive canzoni. Perché ama celebrare, come gli piace dire, “il gusto onesto della Gioia con la g maiuscola”. E così fa nel suo debutto da cantautore, prima opera sulla lunga distanza dopo l'ep “Santi o non Santi”, con la produzione di Francesco Giampaoli (Sacri Cuori, Classica Orchestra Afrobeat).

Insomma, non è un'opera triste “Lo Stretto Necessario”; è invece un lavoro all'insegna della sambuca – rigorosamente con “la mosca” dentro – come nel primo singolo “Cantico della sambuca”, presentato insieme ad un coloratissimo video realizzato da Davide Salvemini: una sorta di manifesto programmatico di tutte le canzoni del disco, con il loro sapore dolciastro, leggermente alcolico, da bevuta in allegria. Pronte a ribadire la necessità di “non commettere il crimine di accontentarsi, di sparare i propri colpi per terra, di rinchiudersi in un rassicurante acquario.”

Quello di Giacomo Scudellari è un cantautorato classico, che guarda devotamente alla tradizione dei Settanta ma la sposta verso altri lidi musicali, il più delle volte sorprendenti. Ci sono chitarre acustiche, bassi, batterie e accanto piano e tastiere, moog, trombe, tromboni e flicorni, mandole, e-bow, banjolele, addirittura duduk e launeddas. E' così che le tracce si muovono fra percussioni africane, cori sghembi, batterie metalliche alla Clash, imperiosi fiati morriconiani, mitraglie country, fanfare calypso come omaggi ad Harry Belafonte e paesaggi lunari. Il tutto illuminato a dovere dalla lanterna di Francesco Giampaoli, timoniere del disco, nonché guida di questa folle passeggiata oceanica.

Flavio Giurato è, invece, il segreto meglio custodito della scena cantautorale italiana. Romano, classe 1949, artista di culto per addetti ai lavori e appassionati. Il suo esordio discografico risale al 1978, con "Per Futili Motivi", vinile mai ristampato su CD ed attualmente reperibile solo nei negozi e nei siti di rarità per collezionisti. Negli anni 2000 ha pubblicato i dischi:  “Il manuale del cantautore” (2002) e “La scomparsa di Majorana” (2015). 


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