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Marco Martinelli e Laura Redaelli raccontano la Divina Commedia nello slum di Nairobi

Il Centro Culturale Piergiorgio Frassati, in collaborazione con Fondazione Avsi (Associazione Volontari Servizio Internazionale), promuove per venerdì 8 febbraio alle ore 20.45 l’incontro “Il cielo sopra Kibera. La Divina Commedia nello slum di Nairobi”. Alla Sala Teodorico del Grand Hotel Mattei interverranno come relatori Marco Martinelli, regista e drammaturgo del Teatro delle Albe a Ravenna, e Laura Redaelli, attrice del Teatro delle Albe. Ingresso libero.

Nell’ottobre 2018 a Kibera, immenso slum nel cuore di Nairobi, in Kenya, abitato da circa 600mila persone, Dante è stato portato in scena da bambini e adolescenti delle scuole locali. Un progetto unico, ideato dal fondatore del Teatro delle Albe Marco Martinelli (affiancato da Laura Redaelli) e promosso da Fondazione Avsi: 150 piccoli allievi delle scuole Little Prince, Ushirika, Cardinal Otunga e Urafiki hanno realizzato una “messa in vita” a partire dall’esperienza della non-scuola dei tre canti della Divina Commedia, reinventati in lingua inglese e swahili.

Il Centro Culturale Frassati di Ravenna ha ora chiesto a Marco Martinelli e Laura Redaelli di raccontare il progetto teatrale dal titolo Il cielo sopra Kibera, in cui si è lavorato con 150 bambini e adolescenti per reinventare la Divina Commedia.
Tutto nasce nel 2017, quando Avsi e Riccardo Bonacina, direttore di Vita, hanno chiesto a Martinelli di andare a Kibera, per immaginare uno spettacolo con i bambini e gli adolescenti a partire dall’esperienza della non-scuola, la pratica teatrale rivolta ai giovani teorizzata da Marco Martinelli e Ermanna Montanari, e che il Teatro delle Albe porta avanti dal 1991 in Italia e nel mondo.

Il percorso si è sviluppato in quattro tappe di lavoro, che hanno portato al debutto a Nairobi nei primi giorni di ottobre del 2018 nelle scuole frequentate dai ragazzi stessi. Tutto questo percorso teatrale, in quei luoghi così disumani, si è trasformato in un’occasione di libertà e felicità, in cui è stata loro riconosciuta una dignità altrove calpestata.

"Abbiamo semplicemente raccontato la storia della Divina Commedia – spiega Martinelli – senza il bisogno di affrontare i versi danteschi, cosa che non avrebbe avuto senso. Abbiamo lavorato sull’improvvisazione, coinvolgendo attivamente tutti, dai bambini ai ragazzi per mettere in vita quella favola antica. Tutti questi 150 piccoli hanno impugnato la Commedia come un’arma per gridare il proprio diritto alla felicità, alla bellezza. Che è poi il motivo per cui Avsi mi ha chiamato: oltre al cibo e alla scuola sanno che occorre altro, c’è bisogno di arte, di rispondere a un bisogno profondo di questi bambini".


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