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Arte ed emblemi coloniali a Faenza con la musicologa Righini

Mercoledì 17 maggio un approfondimento con Elisabetta Righini, musicologa e Claudio Casadio, direttore Pinacoteca di Faenza, per mostrare l’immagine ufficiale del regime sul tema delle Colonie attraverso lo stile monumentale come fenomeno estetico e storico.

Claudio Casadio si occupa di patrimonio scultoreo, proiettato in un contesto ampio, europeo, grazie alla presenza di Domenico Rambelli in Forlì con opere che alla caduta del fascismo e terminata la Seconda Guerra Mondiale vennero distrutte o disperse, quali il busto di “Arnaldo Mussolini”, realizzato nel 1936, posto nella Casa della G.I.L e il busto di “Bruno Mussolini”, risalente al 1941/42 collocato all’interno del Collegio aeronautico, nell’atrio d’onore delle "Costellazioni”. L'attenzione va in particolare al suo distrutto monumento all’impero nella sala maggiore del Municipio di Faenza (ora sala del consiglio comunale), un monumento che comportava una sintesi dell’aratro con la spada, realizzato tra il 1936 e il 1940, celebrativo  ma spunto per una lettura della storia dalle interessanti riflessioni.

Elisabetta Righini si occupa del rapporto tra Musica e colonialismo italiano con ascolti musicali di autori che hanno tradotto in termini sonori l'aspirazione espansionistica del regime fascista esaminando l'esportazione dell’ identità culturale del paese madre nelle colonie a dimostrazione che la musica è parte di un contesto culturale più ampio.

A chiusura piccolo "aperitivo coloniale". Ingresso libero.


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