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Miele, un tesoro dell'antichità raccontato con gli strumenti del passato e di oggi

La Cassa di Ravenna, nell’ambito delle iniziative di valorizzazione del collezionismo privato, ospita presso le vetrine del “Private Banking” di Ravenna (ex Negozio Bubani) di Piazza del Popolo 30, fino all’11 settembre prossimo, una mostra su “Il Miele”, realizzata con la collaborazione dell’apicoltore ravennate Roberto Golfarelli. Nella mostra sono esposte attrezzature storiche, usate dagli apicoltori nel corso degli anni e strumenti più moderni.  

Per millenni il miele ha rappresentato l'unico alimento zuccherino concentrato disponibile. Le prime tracce di arnie costruite dall'uomo risalgono circa al VI millennio a.C.
Nell'antico Egitto il miele era molto apprezzato e gli apicoltori si spostavano lungo il Nilo per seguire, con le proprie arnie, la fioritura delle piante. Gli Egizi usavano deporre accanto alle mummie grandi coppe o vasi ricolmi di miele per il loro viaggio dell’Aldilà. I Sumeri lo impiegavano in creme impastate con argilla, acqua e olio di cedro, mentre i Babilonesi ne facevano uso culinario: erano diffuse focaccine fatte con farina, sesamo, datteri e miele. Nel Codice Hammurabi si ritrovano articoli che tutelano gli apicoltori dal furto di miele dalle arnie.

I Greci lo consideravano "cibo degli dei", i Romani ne importavano grandi quantitativi e lo utilizzavano come dolcificante, come conservante alimentare ma se ne servivano anche per la preparazione di salse agrodolci e nella produzione di idromele e  birra.
Nella alimentazione medievale il miele aveva un ruolo ancora centrale, seppure ridotto rispetto all'antichità, ed era usato principalmente come agente conservante oltre che dolcificante.
Il miele fu gradualmente soppiantato come agente dolcificante nei secoli successivi, soprattutto dopo l'introduzione dello zucchero raffinato industrialmente.
Solo recentemente, in virtù delle riconosciute proprietà terapeutiche, il miele è ritornato in voga. 


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