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A Massa Lombarda Salvatore Marino in "Non sono abbronzato, qui lo dico e qui lo neg(r)o"

Ultimo appuntamento della rassegna "Una Massa di risate" - comicità e cabaret, alla Sala Carmine di Massa Lombarda in Via Rustici 2, organizzato e promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Massa Lombarda in collaborazione con il Gruppo teatrale la Bottega del Buonumore e il Forum delle Associazioni di Massa Lombarda. Sabato alle 21, direttamente da I Fatti Vostri di Rai 2, dove ha uno spazio in cui mostra curiosità prese dal web, arriva Salvatore Marino. Ha lavorato al cinema, in teatro e in televisione con artisti come Ettore Scola, Renzo Arbore, Gigi Proietti e Raimondo Vianello. Chi non si ricorda di Marino a Zelig col personaggio di Aldemaraldo Barbazzi, un politico che parla con parole chiare, limpide, nette, precise, un politico lungimirante, fondatore e ideologo del movimento IBAN? Sabato sera porterà in scena lo spettacolo "Non sono abbronzato, qui lo dico e qui lo neg(r)o, scritto a più mani da lui assieme a giovani autori quali Massimiliano Bruno, Ermanno Fratoni, Nicola F. Leonzio, Emiliano Luccisano e Mario Scaletta, per la regia di Federico Andreotti. Figlio di madre eritrea e padre italiano, in scena gioca spesso sul colore della sua pelle e sulla sua infanzia in Italia. Salvatore Marino è un giocoliere della parola, un artista che trascina lo spettatore in un turbine di associazioni mentali, assonanze, rime e paradossi. Fedele al suo eclettico stile, colpisce il pubblico con geniali raffiche di battute pungenti.

"Non sono abbronzato, qui lo dico e qui lo neg(r)o"
«Ovviamente è uno spettacolo provocatorio, dove la provocazione è nella parola negro, nel titolo quella r è tra parentesi - racconta Marino - Oggi per parlare di un negro si usano terminologie come di colore, abbronzato, nero: inutili eufemismi che nascondono dei veri e propri pregiudizi. Il filo conduttore è un percorso che vuole affrontare con l'arma dell'ironia e della risata la discriminazione che ruota intorno a questo problema». Nel recital Salvatore Marino, trae spunto da esperienze personali rievocate con sarcastiche iperboli e stranianti giochi di parole, racconta le difficoltà di "convivenza" di un migrante al cospetto di una società ostile all'integrazione. Tante sono le verità rivelate sulla discriminazione: dove vanno a finire le impronte digitali prese ai Rom? In un archivio digitale su CD… CD-Rom. Al fine di aiutare gli zingari a imparare l'italiano, qualcuno ha pensato di regalare un vocabolario d'italiano a tutti i piccoli zingari: lo Zingarelli. Secondo studi antropologici, è stato un nero il primo uomo apparso sulla terra, se fosse stato un bianco sarebbe apparso sulla moquette. È meglio dire "nero" o "di colore"? Meglio dire nero, altrimenti dovremmo chiamare il gatto nero "gatto di colore". La mancanza di lavoro spinge molti immigrati a vendere accendini ai semafori, anche se i semafori non fumano. Molte altre situazioni saranno quelle denunciate nell'arco dello spettacolo e altrettante saranno le divagazioni sulle ansie da neomillenarismo di cui l'ordinaria quotidianità è affetta. Pochi sono risparmiati alla raffica di pungenti ed esilaranti battute con cui Marino, come una sorta di fiume in piena linguistico, mette a nudo gli aspetti più deteriori di certa imbecillità umana e cretineria collettiva.







 


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