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Il mito Titta festeggia 25 anni di carriera al Socjale e si racconta

Per qualcuno è la risposta ravennate a Elio e le storie tese, per qualcun altro un'icona prima ancora che un cantante: quel che è certo è che Giuseppe Tittarelli - aka Titta - rappresenta un vero e proprio mito per gli ex ragazzi degli Anni '90 cresciuti cantando "...Pane e due etti di crudoooo...", che deponevano le magliette della Levi's solo per indossare le ruggenti t-shirt delle leggendarie Fecce Tricolori.

Il "dottore dell'amore" romagnolo ("sono gli altri a chiamarmi così" cit.) è uscito magna cum laude dal vivaio dei cantanti emergenti  e festeggerà venticinque anni di carriera domenica 12 marzo, dalle 16.30 al Teatro Socjale di Piangipane, con lo spettacolo dal titolo “Titta, i miei primi venticinque anni”.

A noi si è raccontato con la solita misurata ironia, velata da una punta di timidezza che, chi non lo conosce, non si aspetta, dopo averlo visto nei panni del frontman dal perizoma leopardato.

L'INTERVISTA

Maestro Titta, ci racconti i momenti più alti di questi venticinque anni di carriera? Cosa ricordi con più piacere?

"Beh, sicuramente i momenti più alti comunemente intesi sono stati durante la partecipazione a X Factor, nel 2009, quando per una settimana intera la tv nazionale ha trasmesso le mie canzoni. Ma io ricordo anche la Festa dell'Unità nel '97, dove c'erano 5mila persone, e la presentazione di un album in Piazza del Popolo il 1 maggio del '95: la piazza era piena nonostante il cattivo tempo e fu bellissimo. Nell'estate 97 suonammo al Santa Fe, ed io cantai "La mille" completamente nudo invece che in perizoma: fu una scena buffissima, perchè quando i fan si avvicinarono per mettere le mille lire nello slip non sapevano dove appenderla... E poi ogni volta che canto 'Pane e prosciutto': la gente si mette a cantare e ballare. E si diverte"".

...Invece i momenti più trash?

"Un concerto a Torino, sempre negli Anni '90, in un locale al Parco Valentino: a parte una coppia di fan che era venuta apposta per noi, la platea era composta dai frequentatori di allora del Parco, prostitute e spacciatori. Ricordo che la polizia aspettò che finisse il concerto e poi fece una retata e ne arrestò una decina.
Poi ci fu anche un'altra occasione a Tredozio: cantammo e sembrava fosse andato tutto bene. Il giorno dopo c'erano affissi in piazza i manifesti con le scuse del sindaco per le parole volgari nelle nostre canzoni. Abbiamo riso molto.


A volte poi capita che gli organizzatori ti chiamino in sostituzione di altri spettacoli saltati: mi è venuto il sospetto a Cervia di recente, quando ci siamo trovati di fronte una platea di ultrasettantenni che forse avevano aspettative più vicine al liscio. Ma è andata a finire bene: cantavano tutti scatenati".

Quindi il tuo "nuovo pubblico" non è per forza fatto di giovani!

"No, infatti: ci sono anche i vecchietti di Cervia. Ma cominciano a venire fuori anche i figli dei fan storici che crescono".

Chi erano le leggendarie Fecce Tricolori?

"Dopo una prima fase "di rodaggio" con musicisti di passaggio, Alberto Albicini alle tastiere, "Roda" alla chitarra, Luca Bartolini al basso, Gabriele Palazzi alla batteria. Poi c'era il corista Totonno e Giulio Guerrini "Giulianino", che è l'unico rimasto del gruppo originale. Insieme abbiamo girato l'Italia dalla Sicilia al Piemonte con Arezzo Wave ed è stato molto bello. Poi abbiamo deciso che non volevamo adattarci agli standard imposti dalle etichette, che spesso censurano i testi espliciti, e come circuitazione nazionale ci siamo fermati. Abbiamo preferito continuare a cantare quello che volevamo e divertirci".

Il nuovo disco che presenti oggi?

 "Parla di tipi da provincia: sono tutte canzoni collegate una all'altra e sono molto ironiche. Il penultimo disco era di quattro anni fa: prima di uscire, volevo un'idea nuova".

Altri progetti?

"Il cinema: ho cominciato a cantare dopo essere stato a Cinecittà perchè volevo fare l'attore. I film sono l'altra mia grande passione. Ho girato due cortometraggi come regista (L'appuntamento, nel 2012 e Catarsi nel 2015) che sono stati selezionati al Festival Internazionale Corti da Sogni. Magari un giorno farò anche un lungometraggio".

IL CONCERTO

Il concerto al Socjale patrocinato dal Comune, non solo consentirà a Titta di ripercorrere le tappe della sua carriera artistica attraverso le canzoni più note e amate dal pubblico, ma costituirà anche l’occasione per presentare in anteprima l’uscita del nuovo album dal titolo “Canzoni di provincia”, che andrà ad aggiungersi ai classici intramontabili, come “Pane e prosciutto“, “Sozzo reggae” e“Uomo strip”.

TITTA DESCRITTO DA TITTA

Giuseppe Tittarelli in arte “Titta” nasce a Ravenna il 20 maggio del 1969. Muove i primi passi nel mondo dello spettacolo nel campo cinematografico, infatti nel 1990 si trasferisce nella capitale per entrare nel mondo del cinema. Per mantenersi economicamente accetta qualsiasi tipo di lavoro: cameriere, fattorino, lavapiatti, parcheggiatore (abusivo), per carità tutti lavori dignitosi ma di cui non gliene può fregare di meno. Nel 1991 comincia finalmente a lavorare per ciò di cui è veramente interessato e collabora alla realizzazione di alcuni festival cinematografici piuttosto prestigiosi quali “Europa Cinema” che si svolge a Viareggio e “Le Grolle d’Oro” di Saint Vincent, ed anche il “Premio Solinas” concorso per sceneggiatori. Dopo due anni di permanenza nella capitale decide di tornare nella sua città natale,spinto soprattutto dal fatto che alcuni registi ci vogliono “provare” con lui, ma non prima di aver partecipato come “figurazione speciale” (che poi vuol dire comparsa ma fa più fico dire così…) in un film dal titolo “Persone perbene” con Massimo Ghini ed Elena Sofia Ricci e diretto da Francesco Laudadio. Nel 1992. Tornato stabilmente a Ravenna fonda “Titta e le Fecce Tricolori” e ben presto il gruppo diventa una band di culto adorato da molti fedeli che ne vorrebbero vedere le gesta in palchi più consoni al loro estro,come quello dell’Ariston di S.Remo. Nel 1994 partecipano a “Segnali di fumo” su Videomusic, dopo avere girato l’Italia in lungo e in largo grazie alla partecipazione ad “Arezzo Wave on the Rocks”. Pubblicano diversi cd tra cui “Uomini” che vede la partecipazione straordinaria di Freak Antoni degli Skiantos,loro guru ed illustre predecessore. Nel 2005 il gruppo si scioglie e dal 2007 Titta continua l’avventura musicale come solista realizzando altri cd di canzoni inedite.
Nel 2016 inizia una collaborazione che sfocia con la firma di un contratto discografico con l’etichetta PMS Studio di Raffaele Montanari, con la quale pubblica il primo singolo “Gigi lo spacciatore” con la realizzazione del videoclip ufficiale, estratto dal nuovo album di inediti in uscita nel 2017.


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