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Una serata tra Dante e musica con la premio Nobel Olga Tokarczuk

Lui è il Poeta nella cui opera sembra potersi riflettere l’intera esperienza umana e nei cui versi l’Italia ancora si riconosce e identifica settecento anni dopo la sua morte; lei è nata a Sulechów, nella Polonia occidentale, ma è cittadina del mondo, ecologista, femminista, europeista. Cos’hanno in comune Dante Alighieri e Olga Tokarczuk, Nobel 2018 per la letteratura? Martedì 8 giugno, alle 21 alla Rocca Brancaleone, Che dir non posso con parola è l’occasione per dialogare sulla parola e poetica da Dante a oggi con la poetessa e scrittrice polacca premiata “per un immaginario narrativo che con passione enciclopedica rappresenta l’attraversamento dei confini come forma di vita”; forse per scoprire che coloro per cui il viaggio è prima di tutto una condizione intellettuale e sentimentale condividono più di quanto ci si aspetti. La conversazione di Olga Tokarczuk con Matteo Cavezzali, realizzata in collaborazione con ScrittuRa Festival e l’Istituto Polacco di Roma, sarà seguita dal concerto Gli avi dell’High Definition Quartet con la partecipazione di Igor Boxx.

Il viaggio, per Olga Tokarczuk, non può più essere considerato un semplice spostamento nello spazio; è piuttosto l’esperienza di un mondo in frammenti, una varietà vertiginosa a cui la nostra mente tenta di dare forma compiuta. È difficile non pensare anche a come Dante abbia trasfigurato la propria percezione del mondo – nei suoi aspetti politici, teologici, ma anche quotidiani – nel fantastico, inesauribile paesaggio della Commedia. E si è tentati di credere che senza il Dante esule non esisterebbe il Dante viaggiatore nei tre regni dell’Aldilà, quasi a confermare quanto Olga Tokarczuk suggerisce nel suo romanzo I vagabondi (Bompiani 2019), sorta di meditazione filosofica sul viaggio: “è sempre meglio ciò che è in movimento rispetto a ciò che sta fermo; il cambiamento è sempre più nobile della stabilità e dobbiamo guardare il mondo con un punto di vista eccentrico, se non vogliamo essere anime in ritardo, o smarrite”.

Insignita di numerosi premi letterari, tradotta in diciannove lingue, vincitrice – oltre al Nobel – del Man Booker Prize e per tre volte del premio Nike, Olga Tokarczuk, classe 1967, è una delle autrici più popolari in Polonia. Figlia di un’insegnante e di un bibliotecario e vorace lettrice fin da bambina, è particolarmente impegnata per la difesa dell’ambiente e per una relazione pacifica tra mondo polacco e mondo tedesco, sulla quale pesano ancora gli eventi del secondo conflitto mondiale. Natura, politica, misticismo sono temi ricorrenti dei suoi romanzi, che mettono in scena il rapporto fra uomo e pianeta e quelle barriere culturali che portano a scelte conflittuali sul piano etico, religioso e linguistico.

L’High Definition Quartet è uno dei più interessanti ensemble jazz polacchi; la sua originalità e freschezza gli hanno guadagnato diversi riconoscimenti, fra cui il prestigioso Jazz Hoeilaart nel 2011. A Ravenna, insieme a Igor Boxx, propongono una “seduta spiritica musicale”, che interpreta in musica la seconda parte del dramma Gli avi del poeta romantico polacco Adam Mickiewicz, traduttore della Commedia in polacco.

Biglietti: posto unico numerato 10 Euro, under 18 5 Euro. L’appuntamento è in diretta streaming su ravennafestival.live 


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