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Sipario su La contessa Maritza e sugli chef stellati: si apre la Trilogia d’Autunno

Venerdì 14 Gräfin Mariza (La contessa Maritza) inaugura al Teatro Alighieri alle 20.30 (replica martedì 18), il viaggio lungo il Danubio della Trilogia d’Autunno 2016.

La più “zigana” delle operette, composta da Emmerich Kálmán (la cui statua veglia sull’ingresso al Teatro dell’Operetta nel cuore di Budapest), apre la Trilogia con le brillanti avventure della ricca e capricciosa contessa assediata dai pretendenti in una produzione in esclusiva per l’Italia, grazie alla collaborazione dei principali teatri ungheresi che mantengono vivo lo straordinario e inimitabile patrimonio dell’operetta.

Un trittico “danubiano” che si completerà con altri due capolavori dell’operetta: Il pipistrello di Johann Strauss (15, 19 e 21 ottobre) e La vedova allegra di Franz Lehár (16, 17 e 20 ottobre) entrambi rappresentati per la prima volta presso il Theater an der Wien. 

Nello stesso teatro dove, nel 1924, Kálmán chiuse il cerchio di questa forma di teatro musicale ormai popolarissima proprio con la prima de La contessa Maritza, in cui la bella Maritza inventa un fidanzato immaginario – il Barone Zsupán – per liberarsi degli adoratori importuni, finché un Barone in carne ed ossa non si presenta sulla scena, desideroso di conoscere la propria promessa sposa. Si aggiunga l’amministratore dei beni della contessa nonché innamorato, Bela Torek, che non è chi pretende d’essere e ci sono tutti gli ingredienti per una vertiginosa trama di inganni e smascheramenti.

Ammirata da Toscanini per la raffinata orchestrazione e amata più di ogni altra operetta nel secondo dopoguerra, La contessa Maritza integra elementi della musica popolare magiara e zigana (in primo luogo la csárda) e suggestioni della musica di Gershwin, che Kálmán frequentò a Vienna, strizzando l’occhio al padre dell’operetta Johann Strauss. In una fusione di tradizione e modernità che ben riassume il tratto fondamentale dell’intera Trilogia danubiana: da una parte il tributo allo straordinario fermento multiculturale che animò l’Impero austroungarico al suo tramonto, dall’altra il continuo rinnovarsi della cultura dell’operetta che si esprime nell’imponente produzione che arriva dall’Ungheria.

Una produzione che è il frutto dell’incontro virtuoso di quanto di meglio i teatri ungheresi possono offrire: grazie a Operettissima, realtà impegnata nella diffusione in tutto il mondo della tradizione dell’operetta, si intreccia il lavoro delle istituzioni di Budapest, Debrecen e Szeged. Infatti, per La contessa Maritza, l'Orchestra Filarmonica Kodály, il coro del Teatro Csokonai (entrambi di Debrecen) e il corpo di ballo del Teatro dell'Operetta di Budapest si esibiranno accanto a voci di spicco della ricca scena ungherese. Alla guida di questa eccezionale compagine di artisti (oltre 200 persone coinvolte nella tournée ravennate) si alterneranno sul podio il direttore musicale del Teatro dell'Operetta, László Makláry, e il direttore musicale del Teatro Csokonai, Dániel Somogyi-Tóth, entrambi formatisi alla prestigiosa Accademia musicale Ferenc Liszt. La regia è invece di Kero (Miklos Gàbor Kerènyi), per anni direttore artistico del teatro della capitale, insignito del premio Kossuth - il maggiore riconoscimento in Ungheria nel campo della scienza e delle arti - per aver promosso la cultura operistica ungherese.  

Info e prevendite (biglietti da 14 a 45 euro): tel. 0544 249244

Venerdì 14 s’inaugura anche “Il gusto dell’Operetta” un’inedita e innovativa programmazione di eventi gastronomici, complementari alla Trilogia d’Autunno, organizzati da CheftoChef emiliaromagnacuochi, che vedono i grandi prodotti romagnoli e ungheresi valorizzati da una presenza corale della realtà ristorativa ravennate in sintonia con la settimana dell’operetta danubiana.


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