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"Via Macoda distrutta": Ancisi presenta un'interrogazione al sindaco

Via Macoda è una strada del Comune di Ravenna, costruita negli anni ottocento e tra le più antiche della zona, che nei pressi di Gambellara collega via Trova con via Viazza, per una lunghezza di 1.850 metri circa

Ripristinare il manto stradale di via Macoda. E' quanto chiede in un'interrogazione il consigliere comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi. Via Macoda è una strada del Comune di Ravenna, costruita negli anni ottocento e tra le più antiche della zona, che nei pressi di Gambellara collega via Trova con via Viazza, per una lunghezza di 1.850 metri circa. "Il 17 agosto scorso - ricorda Ancisi -  il Comune di Ravenna ne ha ordinato il divieto di transito tra il civico 15 e via Viazza, causa “l’elevato stato di degrado del piano viabile”, in attesa del “ripristino delle normali condizioni di sicurezza per la circolazione”. In effetti, la strada è in questo tratto letteralmente distrutta, quasi franata per un terremoto".

Prosegue l'esponente della lista civica: "Secondo quanto è trapelato dal Comune, il suo “ripristino” sarebbe il ritorno a strada bianca, qual era prima della sua asfaltatura, avvenuta intorno al 2004 dopo una lunga lotta dei residenti. Secondo il Comune, si tratterebbe di una via a servizio di fondi agricoli, nella quale sarebbe così più facile la manutenzione. Non è quello che consiglia il buon senso, prima che il diritto di chi ci vive, lavora o vi transita, essendo peraltro una strada pubblica che deve anche rispettare il codice della strada".

NON SOLO FONDI AGRICOLI - "Com’è normale nelle strade non urbane, via Macoda è in mezzo a terreni agricoli, come tutto il forese di Ravenna - continua Ancisi -. Ciò non toglie che sia abitata da 8 famiglie e 25 persone, oltre a due edifici residenziali al momento disabitati. Ma, soprattutto, vi insiste l’importante azienda di allevamento e commercio di Primo Bagioni. Viene anche utilizzata come rapido collegamento tra la strada provinciale Cella, tramite via Viazza, e la statale Ravegnana, tramite via Trova, per chi si trova in quelle rispettive vicinanze".

IL CARICO STRADALE - "Dunque, su questa strada non passano più soltanto i carretti dei contadini come nel secolo scorso - attacca l'esponente della lista civica -. Il Comune deve ricordarsi, in particolare, che l’azienda Bagioni è giustamente in possesso - a notevole beneficio anche della produzione e dell’occupazione locale - di tutte le autorizzazioni che le sono state rilasciate per allevare e commerciare oltre 1.000 bovini da carne. È inoltre collegata con l’omonimo impianto di biogas per la produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili, esistente nella medesima zona delle Ville Unite. Ciò significa che, per arrivarci, transitano su via Macoda grandi carichi di foraggi e mais verde macinato, destinati ad alimentare il bestiame, su camion a motrice o a rimorchio ed anche semirimorchi trainati da grossi trattori. Ne escono, invece, camion addetti al trasporto degli animali vivi verso la macellazione o il commercio; inoltre, cisterne di rilevante portata, a tre assi e trainate da trattori, per trasportare i liquami all’impianto di biogas o alle proprietà agricole con cui, per obbligo di legge, l’azienda è convenzionata perché siano distribuiti sui terreni agricoli; infine, semirimorchi a due o tre assi per il trasporto del letame solido. Si può ipotizzare che l’80% del traffico, peraltro pesante, sia a servizio di questa azienda. Dunque, non è solo perché strada pubblica, non privata, che via Macoda non è una strada vicinale. Non può dunque tornare bianca a prescindere da ogni valutazione di merito".

NON E' COLPA DEL TRAFFICO - "Tuttavia, non è colpa del traffico se la strada si è distrutta, bensì per l’inadeguata manutenzione - osserva il leader di Lista per Ravenna -. Nella sua prima parte, da via Trova, non interrotta alla circolazione, l’asfalto ha retto bene, pur con lo stesso carico, per via che gli interventi di manutenzione hanno correttamente interposto tra l’asfalto e il terreno uno strato di stabilizzato, composto da ghiaia grossa spaccata; il contrario nell’altra parte, che è perciò clamorosamente franata, come si è visto, direttamente sul terreno stesso. Quindi, si tratta si rifare l’asfaltatura in coerenza col carico stradale autorizzato".

IL CODICE DELLA STRADA - Ancisi ricorda inoltre che "sulle sue strade, il Comune non può fare quello che vuole, perché il codice stradale (articolo 2, comma 1) gli impone di adeguarle “alla circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali”. L’enorme polverone che un  traffico del genere solleva continuamente non consente certo il transito, quanto meno,  dei pedoni, che non sono solo le persone interessate alle abitazioni, ai fondi o all’azienda Bagioni, non obbligate a muoversi su un veicolo, ma anche i molti pedoni “amatoriali”, in particolare per le corse podistiche organizzate frequentemente in zona".

LA SALUTE - "Prima che l’asfalto fosse “conquistato” dai residenti, su via Macoda gravavano nuvoloni insostenibili di polvere, che avevano coperto tutto di uno strato bianco: edifici, cortili, piante di recinzione (peraltro seccate) ed altro - psserva l'esponente di Lista per Ravenna -. Di lì, gravi problemi per le persone asmatiche o intolleranti alla polvere, tali diventate anche vivendo sul posto, costrette pure a trasferirsi. Bisognerà fare i conti con gli accertamenti sanitari già esistenti, o che potranno essere prodotti, tali da giustificare opposizioni dei residenti in ogni sede, anche giudiziaria".

L’INTERROGAZIONE - Ancisi ha quindi presentato un'interrogazione al sindaco Michele De Pascale per sapere "se intende smentire che il Comune vuole riportare a strada bianca via Macoda, anziché disporne doverosamente il rifacimento con un manto d’asfalto e un sottofondo adeguati a sostenere il carico stradale autorizzato a percorrerla e a tutelare la vivibilità intorno".

GARDIN - Sulla questione interviene anche il capogruppo in consiglio comunale della Lega Nord, Samantha Gardini: "La sicurezza stradale dovrebbe essere tra i primi posti di un’agenda di governo, assieme a strategie efficaci di viabilità, in grado di dare sfogo alle principali arterie del traffico. Eppure, nel 2016, c’è chi propone di tornare “indietro nel tempo”, riportando alcune vie asfaltate (seppure in pessime condizioni) allo stato precedente di strada ‘bianca’. Succede solo a Ravenna. Perché, davvero, quello che viene proposto è privo di senso. I cittadini (quelli residenti sono circa 25, divisi in 8 nuclei famigliari, oltre a due unità disabitate su cui però vengono pagate le dovute tasse comunali) – continua – lamentano da tempo le condizioni pietose della via Macoda a Gambellara, dove l’asfalto cade a pezzi e non è più in grado di supportare il traffico pesante, composto da Tir o mezzi agricoli".

"La strada ha una funzione precisa di “sfogo”, per la circolazione stradale, soprattutto in caso di incidente sulla vicina statale, ed inoltre esiste una importante attività agricola, con una stalla che contiene circa 1000 capi di bestiame, con annesso nucleo famigliare di 9 persone. Il Comune - indica l'esponente del Carroccio - deve programmare una risistemazione del manto. Anche perché questi cittadini pagano le tasse come gli altri, ed hanno diritto ad un servizio. Non si può proporre, nel 2016, di tornare ad avere delle strade bianche. Esiste un problema di sicurezza stradale che va risolto, senza mezzucci per risparmiare sulla manutenzione. E’ dovere del Comune trovare le risorse per risistemare questo tratto di strada che, attualmente, costituisce un pericolo".


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