Politica

Elezioni, intervista a Verlicchi (La Pigna): "Voglio essere protagonista del cambiamento della città"

La candidata sindaco lancia la sfida alla coalizione di centrosinistra, ma c'è anche un pizzico di rammarico: "Se il centrodestra fosse stato unito avremmo vinto già al primo turno"

Un fondo per sostenere le imprese, il rilancio di lidi e forese, lo sviluppo delle Case della salute. Ma prima di tutto questo: abbattere lo strapotere del Partito democratico. Questa è la sfida che Veronica Verlicchi lancia al sindaco uscente de Pascale in vista delle elezioni amministrative del 3-4 ottobre. 45 anni, consigliere comunale di Ravenna dal 2016, Verlicchi è l'unica candidata donna di questa tornata elettorale e si pone l'obiettivo di mettere fine al governo cittadino del centrosinistra con il sostegno della lista civica La Pigna, oltre che di Italexit, Ravenna s'è desta, Noi per i lidi e Forese in comune. Ma se la sfida al Pd è centrale, Verlicchi deve affrontare prima di tutto la frammentazione del centrodestra che si presenta al voto con varie formazioni e candidati.

In vista delle elezioni, abbiamo intervistato la candidata sindaco per scoprire cos'ha in programma per il governo della città.

Perché ha deciso di candidarsi?

La decisione naturalmente è stata presa all'interno del direttivo della Pigna, ma ho accettato con molto piacere perché voglio essere protagonista del cambiamento della città. Anche in questi anni da consigliere comunale all'opposizione ho lavorato e mi sono preparata per cambiare le cose e guidare la città verso il cambiamento, verso la nostra visione di Ravenna. 

Quali sono secondo lei i grandi limiti attuali della città di Ravenna? E cosa si dovrà fare per superarli?

I grandi limiti sono tanti. Sono figli di situazioni non curate per decenni, in alcuni casi anche ventennali o trentennali. Inoltre anche i problemi più semplici si sono acuiti a causa dell'oblio e dell'abbandono di questa amministrazione. Fra questi, ci sono sicuramente i collegamenti tra forese, lidi e centro città. Ma c'è tutta una serie di disservizi a carico dei cittadini. Noi ci siamo sempre battuti per riaprire i presidi della Polizia locale nei lidi e nel forese per dare un senso di vicinanza, sicurezza e controllo a turisti e residenti. E tutto questo ha ricadute anche sul centro. Cosa significano meno collegamenti e parcheggi per chi va in città? Che meno persone visitano e fanno spese nel nostro centro storico. Inoltre c'è la sanità: noi abbiamo una struttura ospedaliera da rivisitare e una carenza di servizi alle famiglie. Una delle nostre proposte è la figura di un infermiere specializzato per seguire le famiglie. Poi ci sono anche i collegamenti verso le altre città, l'alta velocità che manca, la sicurezza urbana e il decoro urbano. Potrei continuare per ore...

Lei ha sempre criticato molto de Pascale. Quali sono stati per lei gli errori più grandi commessi dal sindaco in questi 5 anni?

Il primo errore in assoluto è la mancanza di empatia e vicinanza ai ravennati, una mancanza che abbiamo visto fin dall'iinzio del suo insediamento e che poi è esplosa durante la pandemia. C'erano solo i post con i bollettini: il numero dei contagi, dei morti, delle terapie intensive... Non c'era vicinanza, mai parole per la comunità, una mancanza pesante. La conseguenza di questo atteggiamento sono state le varie decisioni sbagliate che poi de Pascale ha preso nei mesi successivi.

Nel corso della campagna elettorale ha parlato spesso dei problemi del forese: quali sono i suoi progetti per aiutare le tante frazioni del Ravennate?

Le frazioni, è vero, sono tante e questo potrebbe sembrare un problema, ma in realtà è una risorsa. Abbiamo pensato a un assessore al forese e un assessore ai lidi proprio per fissare un punto di riferimento per i ravennati che abitano in queste zone. Oggi il cittadino per veder risolti i propri problemi deve rivolgersi ai singoli uffici. Invece ci vuole un unico interlocutore che abbia potere di spesa e risorse per interventi immediati e interventi di mantenimento. Ci vuole, insomma, un capitolo di spesa dedicato. Ma c'è anche la questione delle Case della Salute, che oggi sono un contenitore di medici di base ma non offrono i servizi che dovevano offrire. C'è bisogno di servizi sanitari specialistici, mirati sulle necessità dei singoli territori. Ora ci sono in pratica solo medici di base e qualche prelievo di sangue. Poi c'è il problema dei collegamenti, della scarsa illuminazione, ci sono le case sparse senza acqua e gas. Case che sono a poche centinaia di metri dalla linea di allaccio delle forniture, ma per compiere questo allacciamento alcune persone dovrebbero sborsare decine di migliaia di euro. Il Comune deve andare loro incontro assolutamente.

Si vota a ottobre e non a maggio, come previsto inizialmente: crede che questa cosa influirà in qualche modo sul risultato? Prevede un’alta astensione dovuta al Covid?

Credo che lo slittamento influisca in modo negativo su de Pascale. A maggio avremmo votato in un periodo vicino all'insediamento del governo Draghi, sostenuto anche dal Pd. Votando a ottobre abbiamo visto le decisioni prese dal Governo Draghi, decisioni spesso non condivise dagli italiani e questo potrebbe influire negativamente su de Pascale e sul suo partito. Non credo invece che ci sarà un'alta astensione: questi mesi hanno acuito il malcontento dei ravennati, sento l'elettorato che si lamenta dell'assenza del sindaco, anche elettori storici del Pd. Ci sono anche dei nostri candidati che un tempo votavano per il centrosinistra.

Una parola sui suoi avversari politici? Se dovesse finire al ballottaggio, con chi le piacerebbe gareggiare dei suoi avversari?

Sicuramente con de Pascale, perché penso che sia quella la sfida, una volta vinta, più soddisfacente. E poi riuscire a scalfire lo strapotere ventennale del Pd sarebbe veramente qualcosa di importante e di cui andare orgogliosa.

Il fronte di centrodestra si presenta diviso alle elezioni: non teme che questa frammentazione possa penalizzarvi e favorire la coalizione di de Pascale?

Confesso che questa considerazione me la sono posta più volte. Noi eravamo partiti all'inizio chiedendo al centrodestra di presentarsi unito, perché tutti insieme - di questo ne sono convinta - avremmo vinto già al primo turno. Con tutti i partiti a sostegno di un candidato di espressione civica. Oggi non penso più sia un limite. Il gruppo di partiti e partitelli che spesso si formava attorno ai grandi partiti spesso sfiduciava gli elettori. Ora penso che lo spezzettamento dell'offerta politica creerà meno problemi rispetto a una grande coalizione. Posto, ovviamente, che al ballottaggio tutto il centrodestra si deve unire. Noi siamo disponibili, gli altri ad oggi non so.

Qual è la prima cosa che farà per Ravenna una volta eletta sindaco?

C'è l'imbarazzo della scelta (ride, ndr). E' tutto prioritario, certamente, ma per noi la prima firma da apporre sarà l'istituzione di un fondo comunale di aiuti per le imprese: dobbiamo rilanciare l'economia e il lavoro, solo così potremo rilanciare turismo, cultura, sicurezza e le strade. Sarà necessaria una spending review per abbassare la spesa corrente del Comune, con la vendita delle partecipate del Comune che ci permetterà di avere risorse per sostenere le aziende che escono da un periodo durissimo. Questo sarà il nostro primo intervento.


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