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L'intervista - Il ritorno di falce e martello. Anche a Ravenna rinasce il Partito Comunista

Conti: "Non siamo nostalgici, guardiamo al futuro". Giovedì il primo incontro del comitato promotore per dare vita alla costituente della federazione provinciale.

1989: Achille Occhetto annuncia la "svolta della Bolognina"

La trasformazione del Partito Comunista Italiano in Partito Democratico della Sinistra per me ha il volto di mia nonna. Era il 1989 e tornando da scuola la trovai in cucina che piangeva davanti alla televisione. Per lei, ex staffetta partigiana, la "svolta della Bolognina", la decisione di Occhetto di chiudere con settant’anni di lotte operaie, era più che incomprensibile. Era un qualcosa che minava le sue certezze. Ho pensato a lei e alle sue lacrime per me incomprensibili quando oggi è arrivata la comunicazione della rinascita, anche a livello provinciale, del PCI. Giovedì, in via Lanciani 133 a Ravenna (ore 20.45), ci sarà il primo incontro del comitato promotore per dare vita alla costituente della federazione provinciale.

Ed è dell’immagine di mia nonna che parlo a Eugenio Conti, ex segretario del Partito dei Comunisti Italiani.
“Niente lacrime di nostalgia però, mi raccomando!” scherza.
Eppure sarete accusati di essere dei nostalgici…
“Beh, quello è pane quotidiano. Ma ci sono cose vecchie che continuano ad andare bene”
E come sarà questa federazione provinciale del PCI?
“Quella che nascerà giovedì sera sarà un’assemblea costituente, un organismo temporaneo in attesa del congresso nazionale. Convochiamo una base nuova, poi vedremo chi avrà un ruolo nella dirigenza”
Qual è l’identikit del neo-comunista ravennate?
“E chi lo sa! Giovedì sera sarà una sorpresa anche per noi e speriamo sia positiva. L’esperienza del PdCI è chiusa ormai da tre mesi, non è stata fatta alcuna campagna di tesseramento. Speriamo di trovare gente nuova, tanti giovani. Come del resto sperano tutti i partiti”.
Sì, ma ci sono partiti per cui è più facile reclutare, perché magari offrono maggiori possibilità di carriera
“Ha centrato il punto. Da noi servono tanta passione e tanta voglia di fare”
Quali saranno i punti cardine della vostra politica?
“Il lavoro, ovviamente. Per noi lo Stato dovrebbe essere più presente nell’industria. E poi la scuola pubblica, tagliando ogni tipo di finanziamento a quella privata; i beni comuni; e la sanità, con l’abolizione totale del ticket”.
La presenza dello Stato nell’industria è stata spesso associata a logiche clientelari. Non si entrava in azienda senza la tessera di partito.
“Un risvolto negativo che, però, non può cancellare tante esperienze positive, come il più alto livello di occupazione mai raggiunto in Italia e il diffuso rispetto per i lavoratori. La chimica in Italia è entrata in crisi quando lo Stato se ne è chiamato fuori. Col risultato che ora viene praticamente regalato all’estero un capitale pagato da tutti noi”.
Non volete essere definiti nostalgici, ma quali sono le personalità del vecchio PCI che vi ispireranno maggiormente?
“Gramsci e Berlinguer. Con Togliatti nel mezzo. La storia del PCI è la nostra storia. Ma, ripeto, guardando al futuro, senza nostalgia”.
 


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