Politica

L'opposizione boccia il "Piano operativo comunale De Pascale"

Il consigliere Ancisi: "Va anche osservato che il Poc De Pascale è stato approvato solo da 4 Consigli territoriali sui 9 che hanno espresso il parere preventivo richiesto dal regolamento"

Nella seduta di martedì il secondo Piano Operativo Comunale, che stabilisce quanto territorio del Comune di Ravenna potrà essere edificato nel quinquennio 2017-2022, è stato adottato dal consiglio comunale col voto favorevole della maggioranza, avendo ricevuto, oltre all’astensione di Ravenna in Comune, il voto negativo dei gruppi di opposizione di Lista per Ravenna, Alberghini, CambieRà, Forza Italia, La Pigna e Lega Nord. "Si può dunque chiamare Poc De Pascale - commenta il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi - Le motivazioni contrarie a una manovra urbanistica di tanto rilievo, che vuole tracciare il destino del territorio ravennate per i prossimi cinque anni, e quindi le basi del futuro della nostra comunità, sono contenute nell’ordine del giorno proposto da Lista per Ravenna, intitolato “Riassestare, non più dissestare il territorio ravennate”, che i medesimi gruppi hanno sottoscritto e approvato".

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"La nuova legge urbanistica - prosegue il consigliere d'opposizione - che sarà approvata in questo mese di novembre, fissa di massima, per ogni Comune, una quota massima di espansione del 3%. La Regione intenderebbe così porre uno stop al forsennato consumo di suolo che per troppi anni ha dissestato il suolo regionale, tra cui in misura più esagerata quello ravennate, e che ha prodotto gravi danni alla difesa dell’ambiente, alla produzione agricola e allo stesso settore edilizio, precipitato per overdose in una grave crisi commerciale ed occupazionale. L’opposizione contesta dunque che la giunta De Pascale abbia imposto marce forzate agli uffici e alle commissioni consiliari per produrre il suo Poc sulla base della vecchia normativa regionale. Senza nulla togliere ai diritti edificatori stabiliti dal vecchio Poc 2010-2015, sarebbe stato corretto pianificare coerentemente il nuovo assetto urbanistico del territorio ravennate col Piano Urbanistico Generale (Pug) previsto dal nuovo ordinamento regionale. Sono ingiustificati i trionfalismi della giunta De Pascale circa il “grande risparmio di suolo” effettuato col “suo” Poc: esso consuma infatti 8,4 milioni di metri quadrati di territorio non urbanizzato, di cui oltre 7 milioni per nuove abitazioni. L’espansione delle nuove edificazioni è pari al 9,8%, oltre il triplo del 3% fissato come limite dalla Regione. Confortano l’opposizione le osservazioni formulate sul Poc De Pascale dalla Commissione tecnica per la Qualità Architettonica e il Paesaggi, laddove essa afferma che sono da “privilegiare interventi nell’ambito della Città da riqualificare rispetto a quelli inerenti la Città di nuovo impianto, con particolare riferimento al capoluogo”, cioè il miglioramento di quanto finora costruito, non già nuove costruzioni: le quali, comunque, non devono configurarsi “come occasione di pura espansione, nel rispetto di una logica generale da perseguirsi, che privilegi gli interventi a ridotto consumo di territorio”; e dove ammonisce che la “dotazione di verde pubblico o di servizi pubblici per l’inserimento delle aree nella città di nuovo impianto in Poc, non è condivisibile in assenza di un bilancio preventivo che tenga conto dell’impatto sul consumo di suolo tolto ad attività agricole”. Va anche osservato che il Poc De Pascale è stato approvato solo da 4 Consigli territoriali sui 9 che hanno espresso il parere preventivo richiesto dal regolamento: l’opposizione unita ha fatto sì che esso fosse stato bocciato nelle aree del Centro Urbano e della Darsena, dove si concentra in massima parte l’espansione del suolo da urbanizzare, e in quella di Roncalceci, al contrario tagliata totalmente fuori da ogni previsione, mentre a Piangipane non ha raggiunto la maggioranza dei voti".


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