Politica

Limite agli ingressi degli stranieri, Mingozzi: "Pressione insopportabile"

"Condivido pienamente la posizione assunta dal Sindaco nella lettera a Renzi; siamo vicini al collasso nell'offerta di servizi e nelle condizioni di vivibilità in molte provincie e comuni, tra i quali Ravenna"

“Condivido pienamente la posizione assunta dal Sindaco nella lettera a Renzi; siamo vicini al collasso nell’offerta di servizi e nelle condizioni di vivibilità in molte provincie e comuni, tra i quali Ravenna, dove l’immigrazione negli ultimi anni è cresciuta in modo abnorme”, afferma il vicesindaco Giannantonio Mingozzi.  “Ammesso che esista un  numero programmato degli ingressi nel nostro paese nessuno se ne è accorto; - sottolinea Mingozzi - francamente le economie di territori come quella ravennate o emiliano–romagnola oggi sono ben oltre il limite di integrazione fissato dalle opportunità di inserimento lavorativo che non esistono più né per gli immigrati né per i giovani che non trovano occupazione. Senza un opportuno riequilibrio territoriale e un freno ai numeri i comuni come i nostri continuano a subire una pressione ormai insopportabile”.

“Chi esamina con coraggio e sulla base di dati inoppugnabili questa situazione, come ha fatto Matteucci anche a rischio di andare contro corrente, non può essere criticato perché non informa il partito (Maestri) o fa il verso alla destra (Paglia); ormai un pubblico amministratore che voglia assumersi in toto le proprie responsabilità amministrative e morali di fronte alla città e possibilmente prevenire il peggioramento della convivenza civile e di una difficile integrazione deve dire quello che pensa, secondo coscienza e senza tatticismi ideologici”, sostiene il vicesindaco.

“Ma il sindaco, conclude Mingozzi, ha posto anche il problema del welfare ravennate e di quanto potremo mantenerne in futuro vista la scarsità di risorse di cui disponiamo, la giusta declaratoria dei doveri e dei diritti  e l’aumento della platea dei richiedenti: anche per questa problematica bisogna “guardare in bocca al cavallo” senza paura di toccare alcuna suscettibilità di schieramento”, conclude.


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