Politica

Padovani (Lega): "La corruzione costa 904 miliardi: basta sprecare i soldi dei romagnoli"

"E' bene che attraverso il voto del 26 maggio – spiega Padovani - i cittadini siano consapevoli che possono (e devono) cambiare questa Europa"

“La corruzione costa ai cittadini europei ben 904 miliardi di euro all'anno: ora basta sprecare i soldi dei cittadini romagnoli. Sul tema corruzione serve una legislazione comune ai Paesi di Eurolandia rigorosissima, affinché passi il messaggio che nei confronti di corrotti e corruttori la tolleranza sarà zero". A dichiararlo è Gabriele Padovani, imprenditore agricolo e candidato al Parlamento Europeo in quota Lega: “Questa Europa così com'è non va bene e va assolutamente cambiata. Un esempio: vi sembra normale che ogni anno, tra risorse sottratte al fisco e investimenti esteri mancati, la corruzione costi all'Unione europea ben 904 miliardi di euro? Una cifra che, per quanto spaventosa, non tiene conto del “vero prezzo” che devono pagare i cittadini, che va ricercato nei servizi sociali che vengono negati, nelle misure anti-disoccupazione che non vengono finanziate, nelle infrastrutture che non vengono costruite, nella cooperazione internazionale che potrebbe porre fine alla fame nel mondo e ridurre, per esempio, la pressione migratoria sull'Europa. Il tutto, appunto, perché le risorse necessarie finiscono nel buco nero della corruzione”.

Il candidato romagnolo del Carroccio cita i dati di uno studio elaborato dai Verdi europei, che dimostrano come “con i 904 miliardi di euro all'anno persi a causa della corruzione in tutta l'Ue potremmo porre fine alla fame nel mondo, eliminare la malaria, fornire istruzione di base, oltre che acqua potabile, servizi igienico-sanitari, assistenza sanitaria ed elettricità; e avremmo ancora denaro a disposizione (360 miliardi di euro). E' bene che attraverso il voto del 26 maggio – spiega Padovani - i cittadini siano consapevoli che possono (e devono) cambiare questa Europa, oggi a trazione franco-tedesca, per consentire all'Italia di rialzare la testa nel panorama internazionale e battere i pugni sui banchi di Bruxelles e Strasburgo, affinché anche le politiche comunitarie comincino a valorizzare quel brand straordinario che è il made in Italy. Partendo proprio dalla tolleranza zero verso i corrotti e i corruttori, modernizzando le norme Ue concernenti la confisca dei proventi di attività illecite che devono essere reinvestite sui territori ai quali vengono sottratte”.


Si parla di