Politica

Riorganizzazione ospedaliera, Ancisi torna sul tema: "troppe carenze e troppi dubbi irrisolti"

"Dev’essere chiarito al più presto quali specificità ospedaliere di alta complessità a dimensione romagnola saranno assegnate a Ravenna"

Dopo il consiglio comunale congiunto Ravenna-Cervia-Russi del 24 ottobre scorso sulle linee di indirizzo per la riorganizzazione ospedaliera dell’AUSL Romagna, il consigliere di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi torna a fare il punto sulle carenze e sugli interrogativi che riguardano il Ravennate e sono rimesti senza risposta.

"De Pascale siede nella Conferenza socio-sanitaria dei sindaci, organo assembleare dell’AUSL in rappresentanza del consiglio comunale. Occorre dunque che quanto egli intenderà in futuro sostenere in tale Conferenza sia discusso prima in questa sede, che è la massima espressione elettiva della cittadinanza. La Conferenza  non  dovrebbe solo occuparsi delle rivendicazioni dei singoli campanili, ma del territorio romagnolo nel suo insieme. Ad esempio, vorremmo anche noi discutere del nuovo ospedale di Cesena, sino ad ora trattato unicamente in questa città: e che di sicuro non dovrebbe estendersi oltre le sue attuali competenze, a detrimento delle altre realtà territoriali, in primis Ravenna". 

Ecco i punti che elenca Ancisi:

  • Dev’essere chiarito al più presto, non solamente vagheggiato, quali specificità ospedaliere di alta complessità a dimensione romagnola saranno assegnate a Ravenna, posto che gli altri ospedali romagnoli di Area Vasta ne hanno fatto finora incetta: Cesena con il Trauma Center, Forlì per le patologie epato-bilio-pancreatiche e la pneumologia, Rimini per chirurgie: generale, toracica, vascolare, pediatrica, ecc.
  • Un modesto taglio dei posti letto, non più del 2%, ci può anche stare, avendo Ravenna l’ospedale di Area Vasta con il maggior numero di letti rispetto ai parametri di legge. Occorre prima recuperare un clima aziendale disteso nei confronti del personale - medico, e non solo – che è in larga parte demotivato: sia per le carenze di organico, e quindi sovraccarico di lavoro, sia per i rapporti  non consoni coi vertici aziendali. Dovranno, in particolare, essere superate le criticità dei servizi, alcune delle quali sottolineo appresso.
  • Il progetto delle case della salute, con la ricerca di una collaborazione più intensa con i medici di medicina generale, appare ancora distante dagli obiettivi proposti. Eliminare posti letto in ospedale e razionalizzare l’accesso al Pronto soccorso si può solo se vi sono strutture esterne alternative al ricovero. Tagliare prima i posti letto, per poi completare chissà quando la rete delle Case della salute, è profondamente sbagliato.  
  • Il sindaco non ha accennato ad una delle maggiori carenze del nostro ospedale, cioè una sezione di geriatria, con cui poter dare risposte dirette e immediate alla domanda, in grande espansione, di salute da parte di una popolazione ravennate sempre più invecchiata, così valorizzando al meglio le due unità operative di medicina nello svolgimento delle funzioni cliniche loro proprie. Non disponiamo di specialisti e di strutture di ricovero adeguate per fronteggiare l’emergenza anziani. Sono particolarmente difficoltosi i passaggi di dimissione dall’ospedale verso le varie modalità di post ricovero, sia per le famiglie che non sono attrezzate ad accogliere l’anziano, sia per la mancanza di strutture convenzionate o idonee. Oltretutto, le famiglie si trovano in gravi difficoltà per la lentezza delle commissioni di valutazione geriatrica (UVG) e la lunghezza delle procedure necessarie, per esempio, a formare le graduatorie di accesso alle case protette, per il sovraccarico di burocrazia, per i parametri  di valutazione molto stretti e rigidi, ed infine per l’impossibilità di un ricovero provvisorio presso gli ospedali accreditati, quali le due cliniche ravennati.
  • Il concetto di integrazione fra il sistema pubblico e quello accreditato andrebbe perfezionato. Sono ancora molto lunghi i tempi di attesa per alcune visite specialistiche, quali l’endocrinologia, la pneumologia, l’odontoiatria, l’ortodonzia, ma anche per diversi esami strumentali, come alcuni  tipi di risonanza e di tac. Il tema delle liste d’attesa non è dunque ancora risolto .
  • Lo stato del servizio di Riabilitazione funzionale, disperso tra l’ospedale e il CMP, dove gli spazi sono molto insufficienti e poco dignitosi, si sta protraendo per troppi anni rispetto alla prospettata temporaneità. Bisogna riportarlo interamente entro l’ospedale, per ridare organicità agli interventi, superare le disfunzioni e recuperare i tempi di lavoro sprecati.  Più di ogni altro servizio, la fisioterapia serve una generalità di utenti di ogni età e condizione, che non vanno considerati di serie B.

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