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A Cesena il nuovo "Ospedale della Romagna": "Senza confronto si indeboliscono gli altri ospedali"

Il rendering del nuovo ospedale di Cesena

Come regola le principali questioni di natura sanitaria dovrebbero interfacciarsi con i consigli comunali e provinciali dell’Area Vasta romagnola. Senza nulla togliere all’aspetto organizzativo e gestionale di competenza esclusiva del direttore generale, la funzione di indirizzo compete ai rappresentanti dei cittadini e non solo alla Conferenza socio sanitaria territoriale composta dai sindaci, come ormai accade regolarmente. I primi cittadini, infatti, dovrebbero promuovere costanti dibattiti nei consigli comunali su temi così importanti, mentre regolarmente si evita il confronto, oppure si limita la trattazione di pochi argomenti a rarissime occasioni e si mortifica, in questo modo, la sede deputata a esprimere in modo trasversale la linea da indicare in sede di Conferenza sanitaria. Oltretutto l’organo elettivo è privato dalla possibilità di esercitare la sua prerogativa di svolgere precise funzioni d’indirizzo. La politica, dunque, deve riappropriarsi delle sue funzioni e la Conferenza socio sanitaria territoriale è chiamata a cambiare passo rinvigorendo la propria attività peculiare, tornando a essere la sede naturale di confronto e di condivisione delle politiche sociali e sanitarie dell’intero territorio di Area vasta. Invece si continua a ragionare come fossero tante realtà svincolate e incomunicabili tra loro, facendo emergere i soliti ‘campanili’. Valga come esempio il progetto di realizzazione dell’ ospedale di Cesena già classificato come ospedale della Romagna sulla cui realizzazione avrebbero dovuto esprimersi tutte le componenti politiche e istituzionali dell’area vasta romagnola e non solo quelle circoscritte al comune cesenate. Si tratterà di un nosocomio all’ avanguardia con investimenti superiori ai 200 milioni, indubbiamente necessario, ma che non può sostituirsi né tantomeno indebolire gli altri ospedali non solo dei centri capoluogo come Ravenna, Rimini e Forlì, ma anche per realtà minori ma importanti, come, ad esempio, Faenza e Lugo. Le linee strategiche promosse dalla dirigenza Usl, dunque, richiederebbero di mantenere un più saldo radicamento con i territori e il loro coinvolgimento effettivo per conoscere e condividere i vari progetti in materia di sanità.

Gianfranco Spadoni, Consigliere provinciale “Civici” Ravenna


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