Segnalazioni

Chiamata alla città per il logo di Dante 2021: "Dilettanti allo sbaraglio"

L’assessore alla cultura Elsa Signorino e il suo dirigente, Maurizio Tarantino, ne hanno combinata un’altra con l'emanazione di una procedura scapestrata per la selezione del logo e del naming per le celebrazioni del settimo centenario della morte di Dante Alighieri. Succede infatti che tale procedura, oltre a non essere conforme alle specifiche direttive europee in materia, cosa già di per se gravissima, preveda la selezione di 3 progetti da parte di una giuria non meglio qualificata. Tali progetti dovranno poi essere sottoposti al voto popolare da parte di un ristretto numero di avventori, che si ritroveranno il 29 aprile al Teatro Rasi. Non c’è bisogno di sottolineare che il logo di un evento di tale portata, ovvero le celebrazione per i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, che nelle intenzioni dovrebbe richiamare nella nostra città turisti da ogni parte d’Italia e del Mondo, dovrebbe nascere da una scelta oculata e competente e non da un voto popolare, esercitato da chi, nella stragrande maggioranza dei casi, non presenta le competenze tecniche per compiere una selezione così importante. Insomma, una soluzione dilettantistica stile “Corrida-dilettanti allo sbaraglio”. Con la scusa del “percorso partecipato” si delegano ancora una volta ai cittadini, o meglio solo a una piccola parte di questi, le responsabilità in capo al dirigente alla cultura, peraltro ben pagato. Non solo: il bando di selezione ha ricevuto feroci critiche dall’Aiap, Associazione italiana design della comunicazione visiva, la più qualificata in materia, che contesta la forma del suddetto bando definendola “irrispettosa dei progettisti” nonché “contraria alle semplici regole di buon senso”. Cosa ancor più grave, secondo l’Aiap, il bando é “avverso alle direttive europee in materia”. Insomma, una bocciatura su tutti i fronti che ha portato la stessa Aiap a esortare professionisti, studenti e cittadini a - citiamo - “boicottare attivamente diffondendo le ragioni della protesta” con lo slogan “A certi bandi diciamo no”. Il tutto diffuso da un post, che ha ricevuto numerosi like e condivisioni, contribuendo ad amplificare la figura barbina espressa dal Comune di Ravenna e danneggiandone, ancora una volta, l’immagine. Riteniamo che si tratti di una situazione gravissima, che espone la nostra città al rischio concreto di essere penalizzata rispetto alle altre città coinvolte nelle celebrazioni (Firenze e Verona). Per cercare di porre rimedio, abbiamo depositato un question time, che sarà discusso il prossimo due aprile in Consiglio comunale, col quale esortiamo il sindaco e l’assessore alla cultura Signorino a rimodulare il bando secondo le direttive europee in materia e a incaricare della scelta del progetto vincitore una giuria composta da soggetti con comprovata e specifica professionalità nel settore della comunicazione visiva. Ci auguriamo che almeno questa volta de Pascale e la Signorino facciano un bagno di umiltà e pongano immediato rimedio a questo madornale errore.

Veronica Verlicchi, capogruppo La Pigna


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