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Brexit, Mingozzi: "L'Unione Europea salvi l'Erasmus degli studenti"

Fin dalla nascita del Programma Erasmus, vale a dire opportunità di studio all'estero per gli studenti sostenuti da fondi europei, Ravenna fu tra le città che più credette alla promozione nelle scuole superiori e nelle sedi universitarie cittadine di una opportunità formativa straordinaria per i giovani europei. Per più di trent'anni, abbiamo promosso negli istituti ravennati dal Liceo Artistico al Classico ed allo Scientifico, dall'Itis Baldini al Ginanni, e in tutti i corsi di laurea e dipartimenti cittadini il valore dell'etica comunitaria e della formazione vissuta nei principali Paesi d'Europa, Inghilterra compresa E Ravenna ha risposto, in particolare nell'ultimo decennio, con gli studenti che hanno scelto, come in tutta Italia, le destinazioni nell'ordine di Spagna, Francia, Germania e Regno Unito; a sua volta gli studenti inglesi che hanno scelto l'Italia sono stati anno scorso circa 1500, contro i 3500 e più italiani in Inghilterra. Si dirà cosa c'entra Ravenna in queste statistiche: c'entra perchè non solo spagnoli o tedeschi hanno chiesto l'Erasmus ravennate o faentino, ma anche inglesi in particolare in Scienze Ambientali o Beni Culturali, nello studio del mosaico o nei corsi di legge. Senza contare tutti i giovani ravennati che hanno scelto il Regno Unito (ma anche Irlanda o Scozia) nei settori della finanza, assicurativo, del trading e manageriale linguistico e commerciale. Insomma, che il Regno Unito intenda uscire a fine 2020 dal Programma Erasmus costituisce un danno per quei giovani che vogliono difendere almeno la formazione in un contesto europeo unito; e Ravenna, celebrando il Sommo Poeta universalmente riconosciuto potrebbe chiedere all'UE di salvare almeno l'Erasmus europeo, senza quel vulnus britannico inconcepibile per le nuove generazioni.

Giannantonio Mingozzi, presidente Tcr Ravenna


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