Segnalazioni

Nave sprofondata in Piallassa: "Campionamenti solo dopo un mese? Inconcepibile"

E’ stato discusso il 12 marzo in Regione il question time relativo all’affondamento della Berkan B al porto di Ravenna presentato dal consigliere del Movimento 5 Stelle Andrea Bertani. Durante la risposta, l’assessore Gazzolo ha comunicato che l’Agenzia Regionale per la Prevenzione, l'ambiente e l'energia dell'Emilia Romagna (Arpae) fosse in quel momento sul luogo del disastro per effettuare i campionamenti. Non possiamo che associarci a quanto replicato dal consigliere Bertani, che ha sottolineato come anche questo fatto confermi l’estremo ritardo con cui la Regione si è mossa. Infatti, alla Pec contenente la denuncia presentata ai Carabinieri di Ravenna e tutti gli allegati utili ad identificare il presunto disastro ambientale in corso inoltrata in data 11 febbraio, la Direzione Generale di Arpae ha risposto di aver protocollato la denuncia il 13 febbraio. Dato il carattere di estrema urgenza evidenziato nella Pec, davvero non si capisce come sia potuto trascorrere un mese prima dell’arrivo sul posto. Nel frattempo, filmati e foto pubblicate ovunque hanno mostrato sversamenti e scie iridescenti nelle acque della Pialassa e la mancanza della seconda barriera di panne fino al 5 marzo, giorno in cui la rottura in due parti si è completata e la prua è colata a picco. Dalle immagini attuali, diversamente da quelle precedenti il 5 marzo, si vede la poppa quasi completamente annerita dal carburante, segno che, probabilmente, prima della rottura definitiva in due tronconi, la nave si è ulteriormente “impennata”, o è andata a fondo, per poi recuperare parzialmente il galleggiamento della poppa. Non possiamo immaginare, in assenza di panne adeguate e di controlli, quanto gasolio e olii siano finiti nella Pialassa durante questa fase. Ricordiamo che fino ai giorni scorsi erano presenti gli addetti a rimuovere idrocarburi e l’odore di nafta resta fortissimo anche ora. Riassumendo: la nave si è spezzata in ottobre 2017, è stata definitivamente abbandonata a metà 2018 - pare senza alcuna protezione e senza nessuna bonifica preliminare nemmeno prima delle operazioni di demolizione -, una piccola barriera di panne dovrebbe essere stata posizionata in luglio 2018, e tutto è rimasto in balia degli eventi nonostante le numerose segnalazioni fino alla nostra denuncia del 11 febbraio. Il giorno dopo sono iniziate le bonifiche, poi di nuovo nulla fino al definitivo collasso, quando sono state posizionate le nuove panne ed è continuata la raccolta del carburante e degli olii presenti a bordo e sversati nelle acque. Infine, il 12 marzo, arrivo di Arpae solo dopo l’interessamento del consigliere regionale Bertani e il suo sopralluogo, insieme al deputato Carlo de Girolamo, il 9 marzo. Inoltre, vogliamo sottolineare quanto riportato sul sito della Guardia Costiera, dove, alla voce “rottamazione imbarcazione” si legge: “Per quanto concerne, invece, il procedimen​to [di demolizione], potrà rivolgersi ad uno dei cantieri che presentano tale servizio”. Dov’è il cantiere attrezzato ad autorizzato dentro ai Piomboni? In un altro articolo invece, relativamente alla normativa europea in vigore dal 2013 (n.1257, concernente il riciclaggio delle navi), si legge che le norme comunitarie legano gli obblighi relativi al riciclo delle navi in strutture autorizzate alla bandiera, ma non intervengono in alcun modo per evitare il cosiddetto flagging-out, ovvero la pratica già oggi diffusa di utilizzare bandiere di comodo per l’ultimo viaggio delle navi verso le coste di alcuni paesi orientali, dove vengono demolite senza alcun controllo e senza nessuna norma di sicurezza. Gli Enti competenti hanno autorizzato che ciò che accade in quei paesi avvenisse a Ravenna, nella Pialassa dei Piomboni?

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