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Parco del Delta del Po: "Cancellata l'ipotesi di trasformarlo in parco nazionale"

E’ di questi giorni la denuncia dello scandaloso emendamento alla legge di Stabilità dei senatori Caleo e Vaccari (entrambi del Pd, già noti per la criticatissima proposta di modifica della Legge sui Parchi) che propone l’istituzione del Parco interregionale del Delta del Po, cancellando, di fatto, la previsione di trasformare questo straordinario territorio in Parco Nazionale (operazione che lo Stato avrebbe dovuto istituire sin dal 1993 e che, con questo emendamento, verrebbe definitivamente cancellata indipendentemente dal fatto che le regioni possano, in futuro, trovare o meno l’accordo). Ma qual è il fine di questa operazione apparentemente sconclusionata che vedrebbe unire le aree protette del Veneto e dell’Emilia Romagna? Il concreto sospetto è quello che si voglia , di fatto, istituire un “finto” parco, considerando che l’istituzione avverrebbe non ai sensi della legge 394 sulle aree protette, bensì ai sensi della legge 131 del 2003 sull’armonizzazione delle normative regionali. Un parco “debole”, dunque, che non indaghi troppo su tematiche come le richieste di concessioni di compagnie petrolifere a caccia di idrocarburi (in un territorio ad altissimo rischio subsidenza), la caccia indiscriminata in vaste aree di parco definite “contigue” o forme di turismo locali “fai da te” che hanno ben poco a che vedere con la tutela e la valorizzazione seria dei comparti naturalistici italiani. Peraltro, la gestione localistica di questo territorio ha già mostrato da tempo l’inadeguatezza delle strutture che la governano: basti pensare che l’area del Delta del Po – l’Ispra (l’Istituto superiore per la ricerca ambientale vigilato dal ministero dell’ambiente) la considera “black spot” nazionale per il bracconaggio ittico e venatorio. In essa sono poi escluse dalle aree dei parchi regionali molte delle aree tutelate dall’Europa per la loro importanza naturalistica: solo 7 dei 20 Siti di importanza comunitaria (Sic), e/o Zps (Zone di protezione speciale), sono inclusi completamente nel parco emiliano-romagnolo e 5 degli 8 siti della Rete Natura 2000 sono ricompresi nel parco veneto. E’ quindi nostra opinione, associandoci a quella di numerosi esponenti del mondo naturalistico, e speriamo di altri gruppi politici, che se l’emendamento del Pd dovesse essere approvato costituirebbe la deliberata cancellazione di ogni speranza di istituire un parco nazionale in quella che è considerata una delle aree naturalistiche più importanti d’Europa, ricca di siti comunitari, habitat e centinaia di specie animali alcune in via d’estinzione. Con essa si sopprimerebbe un parco fingendo, con una manovra diversiva, di istituirlo. E’ quindi decisa la nostra totale opposizione a questo emendamento a difesa di patrimonio nazionale di biodiversità e bellezza unico e contro gli speculatori e i trivellatori d’oltre oceano: gente che con la bellezza e l’ambiente ha veramente ben poco a che fare.

Comitato Romagna Ambiente Possibile


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