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"Trivella sì, trivella no: ma se la Romagna fosse regione autonoma..."

Trivella sì,  trivella no, la terra dei cachi. Così potremmo dire parafrasando una canzone che Elio e le Storie Tese presentarono al festival di Sanremo con Raul Casadei diversi anni fa. Il dibattito intorno all'argomento è giustamente acceso e importante, ma mi pare che l'approccio sia del tutto sbagliato. Ideologie, fazioni, scontri improduttivi andrebbero lasciati da parte, nell'interesse comune. Se da un lato non si può che guardare al futuro e programmare l'utilizzo di fonti rinnovabili, abbandonando quindi le estrazioni dal sottosuolo e posizionando nel contempo la salvaguardia dell'ambiente in cima agli interessi della collettività (non si può negare la subsidenza), dall'altro lato non si può nemmeno mettere in ginocchio una comunità, quella romagnola e nello specifico ravennate, che vede il settore oil and gas importante per la propria economia e che rischia di perdere in pochi mesi migliaia di posti di lavoro. Possono conciliarsi queste esigenze apparentemente opposte? Certamente si, usando il buon senso, facendo sedere tutte le parti interessate intorno a un tavolo, pianificando il futuro e muovendosi gradatamente, definendo tempi certi ma dando tempo alla riconversione e alla ricerca di concrete alternative. Il Movimento autonomia Romagna c'è, nell'interesse della Romagna e dei suoi cittadini. Vedremo se ci sarà anche la regione amministrativa Emilia-Romagna, a volte distratta quando si parla di Romagna. Certo che se ci fosse la Romagna regione... tali distrazioni non sarebbero possibili. 

Samuele Albonetti, coordinatore regionale Mar Movimento autonomia Romagna


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